Soltanto trentacinque anni. Trentacinque anni di silenzio e omertà. Ora il giornalismo e l’intellighenzia italiana devono accettare ciò che non sono stati capaci di accertare questa bronzea verità: nella lotta contro l’insorgenza armata lo Stato italiano e il sistema dei partiti ha usato la tortura!
Non è vero che lo stato e le sue istituzioni hanno usato i metodi democratici, come è stato troppe volte sbandierato da approssimati storici embedded, da magistrati tronfi, da cronachieri di “nera”, troppo nera.
Chi ha violato l’omertà de regime è stato proprio colui che, per conto dello stato e delle istituzioni, ha violato i corpi dei “nemici”. Grazie alle manie di grandezza, alla protervia e all’arroganza di chi ha avuto quella “libertà” di abusare del corpo altrui, il signor “De Tormentis” oggi è sulla bocca di tutti, perfino col suo nome e cognome anagrafico.
Oggi ne parlano, ne scrivono…, trentacinque anni dopo, non quando quelle persone prese in ostaggio dalle forze armate dello stato, con le accuse di “terrorismo”, finivano nelle grinfie dei torturatori di stato. Quando i compagni e le compagne denunciavano continuamente le torture e, inevitabilmente, subivano la consueta denuncia per calunnie, i difensori delle “garanzie giuridiche” e dello “stato di diritto” si turavano le orecchie e il naso.
Noi ce lo ricordiamo bene, allora c’erano i governi di “unita nazionale“, col Pci che garantiva la “non-opposizione” ai governi Dc e, infine, l’appoggio pieno… anche sulle torture? evidentemente si! Il clima di salvezza nazionale santificò anche quest’abominio.
Nel 1975 Alberto Buonoconto fu ucciso dalle torture, non subito, a caldo, ma fu distrutto dentro da tante e tali torture al punto che non riusci più a trovare ragione di vivere e… mise fine alla sua vita impiccandosi quando aveva finalmente lasciato alle sue spalle, ma non dentro di se, le sbarre galeotte. (su Alberto Buonoconto vedi qui)
Per seguire tutta la vicenda della “scoperta” delle torture (che tutti sapevano e conoscevano, ma che facevano finta di ignorare) e trovare tutti gli aggiornamenti: http://insorgenze.wordpress.com/2012/02/16/la-tortura-cera/
Né vendetta né punizione cerchiamo, sono categorie e stati del loro pensiero, ossia dei burocrati di stato, dei funzionari dei governi, delle toghe dei magistrati, ecc., noi vorremo soltanto un altro pezzo di verità, che rimane ancora oscura, questa: in quegli anni di “unità nazionale” (prime torture 1975: Buonoconto; 1976: Giuseppe Gulotta; 1978: Triaca, e poi tanti e tante altre, i magistrati del Pci, i responsabili della “sezione Problemi dello Stato” del Pci, i funzionari delle “Botteghe oscure”, i dirigenti del Pci, i militanti del Pci, ne erano a conoscenza oppure la Dc li aveva “ingannati” anche su questo? Sarebbe utile saperlo!!!
Infine… caro buono e onesto cittadino della Repubblica italiana… ma tu…dov’eri? Dove eravate voi tutti? mentre sotto casa vostra, non a Guantanamo, si praticava la tortura?
Auguriamo “Buona verità” a tutte e tutti!
Non farmi sentire in colpa….non si sapevano e che sappia io nessuno ne parlava..non che io ricordi per lo meno, un abbraccio Gavino, è vergognoso lo so, sono la prima a dirlo, ma come riescono ora a prenderci in giro riuscivamo molto meglio allora perchè non c’erano altre fonti di informazione tranne quelle che sai..
Ciao Alessandra, non c’è da sentirsi in colpa, ma da riflettere sull’uso dei mezzi di comunicazione. Come dicevano durante la guerra all’Iraq: “embedded”? Proprio così, il mondo dell’informazione era stato coptato nel quadro dell’unità nazionale, contro tutti i “nemici” (allora erano/eravamo nemici interni). E forse anche oggi è così…e allora bisogna far viaggiare una comunicazione a voce che abbandoni Tv e giornali e invada le strade… dovremo provarci, dai! Altrimenti continueremo a pendere dalle loro bocche.
Un abbraccio
salvatore
Caro Salvatore, viene “il sangue agli occhi” a riflettere sul nostro passato , a leggere le tue riflessioni, le denuncie dei vari blog a noi vicini per idee e sentimenti, a leggere libri come ” I sopravvissuti” di Sabatino Catapano, o” Colpo al cuore” nella sua parte di controinformazione; ma non c’è da farsi illusioni che vengano ascoltati o letti certi appelli…bisogna incitare come hai fatto te nel tuo ìntervento a scendere in piazza, “andare al popolo” come si è fatto noi in altri tempi.Penso che manchi questa volontà e che siano troppo pochi i gruppetti disposti a seguire questo metodo di intervento politico…ti rispondono: “..sie in una società informatia lui vorrebbe tornare ai volantino!! oggi c’è facebucche!” E’ vero o no?? Madonna cignala!! Ti abbraccio Gianni
I nominativi dei miltanti che hanno dichiarato di essere stati “torturati” (evidentemente c’è anche chi non lo ha detto…) tratti da “le torture affiorate” ed. sensibili alle foglie, oltre a quelli del collettivo Barona di Milano, sono: Buonoconto, Triaca, Farina, Vai, Mantovani, Giordano, Galati, Di Rocco, Petrella, Sudati, Volinia, Di Lenardo, Frascella, Savasta, Libera, Ciucci, Lanza, Biliato, Vezzà, Maturi, Di Biase, Marino e Padula, per questi fatti nessuno è stato dichiarato responsabile e l’unico processo che si tenne a Padova nei confronti del gruppetto di poliziotti capeggiati da Genova a seguito della denuncia di Cesare Di Lenardo, si è concluso con la prescrizione in appello per alcuni di loro mentre il Commissario Genova godette della immunità parlamentare in quanto eletto “nelle more” nel PSDI di Longo. Nicola Ciocia detto il Dr. De Tormentis, ai tempi funzionario UCIGOS a capo di una squadretta di torturatori, dopo essere andato in pensione da poliziotto si è iscritto nel 1984 all’albo degli avvocati di Napoli dove ha continuato ad esercitare fino a poco tempo fa, Alberto Buonoconto è morto suicida, Enrico Triaca è stato condannato in via definitiva per calunnia e Cesare Di Lenardo (i cui testicoli martoriati compaiono nelle foto allegate al processo) è tuttora detenuto in carcere da quel gennaio 1982 senza avere mai usufruito di un giorno di permesso che non ha mai neppure richiesto allo Stato, visto l’esito del processo ai proprio torturatori…
Tutto questo nessuno ce lo ha mai raccontato per 30 anni fino a quando non è uscito qualche mese fa il libro di Nicola Rao (colpo al cuore) che ha dato seguito alla puntata RAI di “Chi l’ha visto” e quindi DOPO sono arrivati gli articoli su Corriere e Repubblica etc…..
Ecco “dove ero io”, a leggere, come tanti altri, quello in questi anni ci hanno sempre raccontato fino a ieri la RAI, il Corriere, Repubblica etc. etc.