È il 1949, un anno durissimo. La guerra è appena finita, la disoccupazione e la fame devastano intere aree. Nell’aprile dell’anno precedente, 1948, la Democrazia cristiana ha vinto le elezione e ha cacciato via dal governo le sinistre: Pci e Psi. Iniziano i governi “centristi”: Dc, Psli (poi Psdi), Pri, Pli. Con De Gasperi Presidente del Consiglio, Andreotti e Moro sottosegretari e Scelba agli interni. Questi governi scelgono la subalternità agli Usa, firmando l’adesione alla Nato e accettando gli “aiuti del piano Marshall”. Quindi l’industrializzazione viene indirizzata all’interno della divisione internazionale del lavoro guidate dalle multinazionali statunitensi: industria chimica, altamente tossica e devastante nel polo di Marghera, siderurgia, distruzione dell’agricoltura e delle industrie del meridione per creare una massa di disoccupati necessari a tener basso il costo del lavoro e impedire la sindacalizzazione della classe lavoratrice.
In provincia di Frosinone, ad Isola Liri, c’è una cartiera nella quale lavoravano molti operai e operaie; l’industria cartaria è una delle principali risorse occupazionale dell’area. I disastri provocati sugli impianti dagli eventi bellici provocano il rallentamento della ripresa produttiva elevando a tassi insostenibili la disoccupazione operaia. La tensione fra mano d’opera e padroni è altissima perché i padroni puntano a ristrutturarsi a spese dei lavoratori, chiedendo allo Stato mano libera nei licenziamenti e nei bassi salari. I lavoratori si organizzano sindacalmente e decidono l’occupazione degli stabilimenti delle Cartiere Meridionali che avviene il 5 febbraio 1949. La popolazione si stringe intorno a operai e operaie, l’esasperazione è alta perché l’intera area è economicamente dipendente dal salario della cartiera e decide di scendere in piazza. Le forze dell’ordine circondano la fabbrica e, pensando che la guerra non sia finita, utilizzano anche un carro armato con il cannone puntato. Polizia e carabinieri sparano numerosi colpi di arma da fuoco. Sono 35 i dimostranti feriti, dei quali 7 in gravi condizioni. Uno di questi, l’operaio Tommaso Diafrate 25 anni viene ucciso, travolto da un automezzo dei militi lanciati nelle folle e criminali cariche.
Il giorno successivo, il 18 Febbraio, nella zona di Frosinone, si svolge uno sciopero per protestare contro i gravi fatti del giorno precedente e l’uccisione di Tommaso Diafrate.
mutatis mutande…la musica non cambia ! ma la memoria non ci difetta.