Il reato di tortura nel dimenticatoio

diaz-genova-700x510Era il 6 aprile del 2015 e dalla Corte europea di Strasburgo (La Corte europea dei diritti dell’uomo istituita nel 1959 ha sede a Strasburgo. Non è una istituzione che fa parte dell’Unione europea. Questa è la Corte di giustizia dell’Unione europea, con sede in Lussemburgo, istituzione effettiva dell’Unione europea.) arrivò una pesante condanna per lo stato italiano per i fatti della scuola Diaz. L’aggressione alle persone che manifestavano contro il G8 a Genova nel luglio 2001, sono stati definiti dalla Corte vere e proprie torture. Un po’ in ritardo, quasi 15 anni, ma almeno una fonte autorevole ha affermato ciò che tutti pensavamo senza essere conseguenti nella pratica. Non ha usato mezze parole la Corte e così ha sentenziato:  “Legislazione inadeguata rispetto agli atti di tortura e assenza di misure dissuasive”. Nel mirino della Corte anche prescrizione e indulto di cui hanno beneficiato agenti e dirigenti di Ps imputati.

 La Corte di Strasburgo ha rilevato che il carattere del problema è “strutturale” e ha richiamato l’Italia a “stabilire un quadro giuridico adeguato, anche attraverso disposizioni penali efficaci”, munendosi di strumenti legali in grado di “punire adeguatamente i responsabili di atti di tortura o di altri maltrattamenti”, impedendo loro di beneficiare di misure in contraddizione con la giurisprudenza della Corte stessa. In pratica la Corte intimava allo stato italiano di introdurre il reato di tortura a carico delle forze dell’ordine.

I volti paonazzi dei parlamentari e politici italiani sbiancarono. Tutti si sbracciarono a invocare l’approvazione del reato di tortura per pubblici ufficiali. Più degli altri il premier Matteo Renzi si indignò: “se vogliamo affrontare quella pagina nera, la prima cosa da fare è introdurre subito il reato di tortura“.

Quando si dice il piglio del capo: tre giorni dopo, la Camera dei deputati il 9 aprile 2015 ha approvato, modificandolo, il testo del Senato per introdurre il reato di tortura nel nostro ordinamento penale. Dopo quelle modifiche il testo doveva tornare al Senato per l’approvazione definitiva.

Ma il testo della legge era stato molto manomesso e svuotato del suo significato principale, era diventato un “reato comune” (vedi qui ). Se oggi il testo diventasse legge, punire un agente per tortura sarebbe praticamente impossibile. Tutto “grazie” a piccole insospettabili modifiche, come l’inserimento del plurale al posto del singolare alla parola “violenza”, cosa che comporta, dunque, che per essere accertata la tortura, deve essere compiuta più volte, reiterata. Molto improbabile.

Dalla Camera al Senato il passo è brave. Alcuni dicono che sia arrivato in Senato. A settembre il testo è approdato dalla Commissione Giustizia in Aula. E da allora? Silenzio. Dopo essere stato annunciato il 9 settembre, è scomparso. Pare che sia stato infilato in qualche cassetto di cui non si trova la chiave!

Miracoli della Politica!

Poi succede… erano i primi di quest’anno, alcune agenzie di stampa riportavano valutazioni della Corte europea che indicava l’Egitto e l’Italia agli ultimi posti nel “rispetto dei diritti umani”, nelle attività non adeguate delle rispettive forze dell’ordine, perché si dilettavano nella pratica di torture e maltrattamenti. l’Egitto era peggio del’Italia. Passano pochi giorni, il 25 gennaio la barbarie fascista delle forze di polizia dello stato egiziano dimostra la sua vera natura uccidendo sotto tortura Giulio Regeni. Tutti a gridare contro la dittatura egiziana. Certo è una dittatura e va combattuta,  ma attenti, subito dopo l’Egitto viene l’Italia, nella graduatoria delle nefandezze e torture praticate dalle forze di polizia e dei servizi. E gli esempi non mancano, purtroppo!!!

sulla tortura vedi anche qui  e  qui 

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4 risposte a Il reato di tortura nel dimenticatoio

  1. sergiofalcone ha detto:

    L’ha ribloggato su sergiofalcone.

  2. carcereverita ha detto:

    L’ipocrisia italiana, che si mette sul pulpito a giudicare l’Egitto! Sarebbe bello se l’impegno nello scoprire la verità su Regeni, non solo rendesse giustizia alla sua famiglia, ma servisse all’Italia per farsi un esame di coscienza….

  3. contromaelstrom ha detto:

    Dici bene. Ma di questi tempi è una speranza… poco realizzabile. Forse anche noi dovremo far qualcosa di più.

  4. Gianni ha detto:

    Le problematiche sociali si risolvono con massacri come quello di Genova o con la detenzione carceraria , con i manicomi giudiziari o con i Trattamenti Sanitari Obbligatori mediante letti di contenzione, camice di forza, elettroshock e trattamento massivo di psicofarmaci nei quali gli psichiatri sono conniventi esecutori nella repressione dei “devianti”.

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