Uno scritto di Ulrike Meinhof su Konkret del 1968
“Il conflitto reso pubblico a Francoforte [dove si era riunita la Weiberrat ossia la ‘Commissione femminile’ del Sds – Lega tedesca degli studenti- dove le compagne avevano lanciato pomodori e altri ortaggi contro i compagni per costringerli a discutere del ‘privato’] lo conoscono bene tutti quelli che hanno famiglia, soltanto che in quella sede per la prima volta si è messo in evidenza che questa faccenda privata non è una faccenda privata. […] Queste donne non vogliono più stare al gioco, perché su loro grava tutto il peso dell’educazione dei figli […] hanno chiarito che l’incompatibilità tra l’educazione dei figli e il lavoro fuori casa non è una loro carenza personale, ma è compito dell’intera società, che ha fatto sorgere questa incompatibilità […]. [Le donne] non si sono lamentate e non si sono presentate quali vittime chiedendo compassione, comprensione, una lavastoviglie, parità di diritti tra uomini e donne, e quant’altro. Hanno invece cominciato ad analizzare la sfera privata, l’ambiente maggiormente vissuto, i cui carichi sono i loro carichi; e sono arrivate alla conclusione che gli uomini sono oggettivamente gli agenti della società
capitalista per la repressione delle donne, anche quando soggettivamente non vogliono esserlo […]. Il solo seguito dell’incontro di Francoforte può essere che un numero maggiore di donne rifletta sui propri problemi, che si organizzi e impari a esprimersi, in un primo memento non pretendendo dai loro uomini nient’altro che di essere lasciate in pace in queste cose, e che si lavino da sé le loro camicie macchiate di pomodoro”.
(Ulrike Meinhof su Konkret 12.1968)
Su Ulrike Meinhoff vedi anche qui