27 gennaio: giornata della DIMENTICANZA

Ancora sulla “giornata della dimenticanza“, come dovrebbe essere chiamata la giornata del 27 Gennaio, invece che “giornata del ricordo“, vista la gara di dimenticanza delle istituzioni italiane e del mondo della cultura in merito alle atrocità commesse dagli eserciti italiani.

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Una rimozione condivisa da tutte le forze politiche, accomunate nel più squallido Revisionismo storico, ben rappresentate dall’ex-presidente della Repubblica Francesco Cossiga, quando nel dicembre 1990, ebbe candidamente ad affermare, reiterando l’insultante mito del “buon italiano”, che «noi italiani non abbiamo conosciuto gli orrori dei campi di concentramento…»
Dice Spartaco Capogreco (autorevole studioso dei “campi di concentramento” italiani in particolare in Jugoslavia) «Auschwitz esercitò il suo potente effetto assolutorio, anche nei confronti dell’internamento praticato dal regime fascista, al punto tale che quest’ultimo rimase per decenni pressoché assente dalla memoria degli italiani e dall’interesse della storiografia nazionale […] quanto ad efferatezza, i crimini di guerra compiuti dall’Italia prima e durante la seconda guerra mondiale sono stati in varie occasioni non meno terribili di quelli commessi da altre potenze espansionistiche e coloniali».

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Plotone di esecuzione contro presunti partigiani jugoslavi

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L’impunità dei diretti responsabili di questi “crimini contro l’umanità” è il corollario di questa “dimenticanza“.  A Graziani, artefice degli enormi campi impiantati nel golfo della Sirte tra il 1930 ed il 1933, dove trovarono la morte metà dei 100.000 libici sradicati dal Gebel. Addirittura le istituzioni di questa merda di paese l’11 agosto 2012 gli hanno dedicato un monumento nel comune di Affile (prov. di Roma). E quel monumento è ancora lì!, a simboleggiare la connivenza con le stragi fasciste di ogni istituzione e di ogni parlamentare che siede e siederà su quegli scranni.

Così come l’altro grande massacratore gen. Roatta, mai processato e protetto dalle istituzione repubblicane che invece si accaniscono a riempire le aule dei tribunali e le carceri con chi ruba una mela o tira un sasso.

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«Il raffronto tra i campi italiani della Jugoslavia e quelli della Libia, insomma, sembra avvalorare ulteriormente quell’impronta <coloniale> dell’aggressione fascista alla Jugoslavia…Oltre alle tende dei campi, anche i reticolati fatti erigere dal generale Roatta attorno alle principali città slovene (trasformate esse stesse, di fatto, in enormi campi di concentramento) ricordano quelli issati negli anni Trenta al confine libico-egiziano.  E   vale la pena ricordare che, il 29 luglio 1932, Pietro Badoglio invitava Graziani a non smobilitare l’ «intelaiatura della nostra azione di comando che ha come basi il reticolato e i campi di concentramento».

[Carlo Spartaco Capogreco – I campi del duce, Einaudi 2004, pag.141]   

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12 risposte a 27 gennaio: giornata della DIMENTICANZA

  1. sergio falcone ha detto:

    Tutti gli eserciti armati hanno commesso crimini contro l’umanità. Nessuno escluso.

    Non esiste guerra, nemmeno quella “di classe”, che sia stata combattuta nel rispetto della dignità umana. Spesso i “nobili fini” hanno nascosto cose delle quali ci dovremmo vergognare tutti. Elsa Morante diceva che i fini sono un alibi per giustificare i mezzi che uno ha.
    Perché non parlare, poi, nella “giornata della memoria” dei crimini commessi da Stalin e dai regimi cosiddetti comunisti? Secondo me sono ben più gravi quei crimini, perché pianificati nel nome della “liberazione”, nel nome della classe operaia, del suo affrancamento e di quello di tutti gli sfruttati.
    Giuseppe Stalin partiva da presupposti ben diversi da quelli che animavano Hitler e simili. Eppure, i risultati sono stati identici. Delitti contro la dignità umana. Quel figuro che qualcuno, simpaticamente, chiama “baffone” arrivò al punto di eliminare fisicamente i suoi stessi compagni di partito, secondo gli schemi classicamente borghesi della lotta per il Potere. Il Potere di una persona sola e dei suoi servi.

    Una volta, quasi per scherzo, uno scherzo drammatico, scrissi: “Stalinismo = socialismo in un paese solo = socialismo nazionale = nazionalsocialismo = nazismo… e viceversa”.

    Non esiste differenza alcuna tra un campo di concentramento nazista, un gulag, un laogai e un cie-lager di Sinistra. Non esiste nessuna soluzione di continuità tra i regimi che hanno insaguinato l’universo mondo, “da che mondo è mondo”. Tutti basati sulla dittatura del prepotente sul più mite.

    Per tutto quello che precede, mi dichiaro assolutamente nonviolento e per questo rivoluzionario.

  2. vittoria oliva ha detto:

    ben detto! giornata della dimenticanza, eppure ci sta tanto di risiera di san sabba, che tanto serve solo, come tutto il resto, alle parate di facciata dove le istituzioni “rimarcano” i valori retorici della democrazia

  3. sergio falcone ha detto:

    La politica discende dall’etica ed il fine non giustifica i mezzi.
    Questo, cari compagni, non dimenticatelo mai.

  4. vittoria oliva ha detto:

    me dispiace compagno Sergio su questo punto non sono affatto del parere di Elsa Morante, persona e scrittrice che stimo per altri motivi, se critiche ci sono da fare sulle BR e sulle formazioni armate, ma non armate pure! ci sono da fare in merito ad errori di tattica e strategia. Non in merito all’uso della violenza, la violenza resta la levatrice della Storia finchè ci sono le classi : non si tratta di piacere o non piacere : è un dato scientifico! che non può essere affrontato in termini moralistici. Non è che alla violenza del potere si può rispondere con un romanzo, pure se belllo! Allora qua bisogna aver ben chiaro che il fomite della violenza è il Sistema Capitale : mai creduto che si potesse abbattere mettendo dei fiori nei loro cannoni, dei padroni! anche perchè nun ce sta posto! so pieni di pallottle, di obici e di droni, ora, abbondantemente usati ieri, oggi e se continua sta solfa pacificatoria domani pure:
    Sui crimini di Stalin e dei gulag, qua non solo il compagno che ha fatto l’articolo , ma chi non è stalinista ha parlato e parla, ma giustamente per me non è da fare in questa occasione, perchè si rientra nel discorso di “tutto uguale”, e non è così perchè quella è un’altra Storia con motivazioni diverse: là nun se trattava di genocidio programmato di etnie o categorie, là la pulizia non era etnica ma burocratica, legata per lo più ad uno scontro interno al partito pure: sono piani diversi e chi fa questa affermazione non è che vuole giustificare, per esere chiara

  5. vittoria oliva ha detto:

    se te rierisci a o machiavelli sta frase nun l’ha detta mai, tra l’altro, perchè era un politico serio, vatte a rilegge e cose e nun l’ha detta!
    Poi politicamente e militarmente “il fine non giustifica i mezzi” che vuol dire?
    il nemico ha i suoi mezzi per raggiungere il suo fine, la controparte pure, se no che sta a fà? sta a giocare?
    O punto resta sempre quello : devi avere chiaro il FINE e saper calibrare i mezzi per raggiunger il FINE: questa per me è etica! minor danni possibili per la tua parte, massimo danno per la controparte : sia sul piano militare che politico. Se volemo parlà de poliica e non de romanticismo.

  6. vittoria oliva ha detto:

    su o discorso de a violenza so molto sscettibile perchè a parte le guerre qua ce sta na violenza quotidiana del carcere sociale, senza nemmeno uno minimo de lotta di classe per dirla tutta
    http://www.controappuntoblog.org/2013/01/26/nuovi-poveri-a-roma-di-giorno-in-ufficio-di-notte-in-roulotte-al-cimitero/

  7. Pingback: 27 gennaio: giornata della DIMENTICANZA | controappuntoblog.org

  8. margherita rossi ha detto:

    quando a roma ce stava la baraccopoli il fascismo era finito da un pezzo. non sarà per caso un problema di mentalità? aiutarsi l’un l’altro e vergognarsi di avere se un altro sta male, nun è un valore de classe, ma de essere umano

  9. Gavino ha detto:

    nel mondo ogni tre secondi un bambino muore di fame
    in italia nei posti di lavoro ogni giorno muoiono tere lavoratori
    nelle carceri italiane quasi tutte le settimane c’è un suicidio, o un tentato suicidio, e a volte anche più di uno
    chi è responsabile di questo sterminio?
    Rivolto ai capitalisti Lenin aveva detto:
    “il nostro più grande errore non è mai grande come il vostro più piccolo errore”

  10. contromaelstrom ha detto:

    Ha ragione Vittoria e Gavino, caro Sergio, quelli che scrivono qui lo stalinismo l’hanno sempre rifiutato e osteggiato, combattendo la propaggine in Italia, il Pci. Tuttavia per quanto si vuole essere duri critici verso lo stalinismo (anche peché ha sterminato la gran parte dei quadri comunisti) non è mai equiparabile né a Hitler, che voleva imporre una “razza” sopra le altre, né il colonialismo e l’imperialismo che per secoli hanno sterminato e devastate aree e popolazioni intere. E nemmeno il capitalismo di oggi che non esita a calpestare la vita e la dignità umana per i loro luridi profitti.

  11. Pino ha detto:

    ….e nemmeno la “Santa Madre Chiesa” che per 600 anni ha praticato la “Santa Inquisizione” e con la scusa dell’ eretico e della difesa della fede (mezzo) confiscava tutti i beni dei condannati e se ne appropriava….(fine)……

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