«Roberto era un compagno che lottava, come tutti noi, contro ‘emarginazione che Stato e polizia gli imponevano. E’ caduto da partigiano sotto il fuoco fascista». Così i compagni di Cinecittà lo ricordarono il giorno dopo l’assassinio.
La sera del 28 febbraio 1978, tra le 23:10 e le 23:30 un gruppo fascista dei Nar (nuclei armati rivoluzionari), coadiuvato da altri esponenti della destra romana, si reca presso lo stabile di Via Calpurnio Fiamma, ma giunto là si accorge che è chiuso: il giorno precedente, per l’ennesima volta, la polizia aveva attuato uno sgombero contro gli occupanti. A questo punto si recano in direzione della vicina piazza San Giovanni Bosco, nei cui giardinetti si ritrovano i compagni della zona di Cinecittà. Arrivati sul posto i fascisti scendono dalla FIAT 132, irrompono nella piazza sbucando da cespugli vicini e fanno fuoco quasi a casaccio. Nell’immediato parapiglia cade a terra, colpito al torace, un giovane di 24 anni, Roberto Scialabba. Non è tuttavia ancora morto quando Valerio Fioravanti a bruciapelo, dopo essergli montato sopra, gli spara ulteriori due colpi alla nuca. Nella sparatoria rimane ferito anche il fratello di Roberto, Nicola, che tuttavia riesce a fuggire e mettersi in salvo poiché i fascisti si allarmano per l’arrivo di una macchina di passaggio.
Cinque anni dopo. E’ il 9 luglio del 1983 veniva indetta dai Comitati contro la repressione, dal coordinamento delle realtà dell’Autonomia Operaia, dai familiari dei detenuti e altre associazioni una manifestazione nazionale contro le carceri speciali, contro la dissociazione e contro l’articolo 90. Il luogo della manifestazione è il famigerato carcere speciale di Voghera. L’intento della mobilitazione era quello di protestare contro le supercarceri che sottoponevano i detenuti a condizioni di vita estreme al limite dell’annientamento psicofisico.
Tre compagni partono da Roma per partecipare alla manifestazione: Valeria Scialabba, redattrice di radio Onda Rossa e sorella di Roberto, Eleonora Gianmarco e Stefano Latrella. Giunte nei pressi di Voghera, la loro automobile viene travolta da un camion. Valeria resta uccisa.
Quella manifestazione venne poi caricata ferocemente dalla polizia con autoblindo e camionette. Molti feriti e 330 arresti.