Enrico Villimburgo, un compagno e amico carissimo, si è suicidato buttandosi dalla finestra. Era a Parigi, da oltre trent’anni esule, rifugiato, perseguitato da quella “giustizia italiana” che non dispensa tregue, ma solo persecuzioni infinite a chi non si assoggetta passivamente al suo ordine feroce, ma si ribella.
Enrico si è ribellato, è stato uno di quella consistente parte della generazione che è insorta contro le infamie di questa classe dirigente e di questo sistema capitalista che ha fatto dello sfruttamento e dell’oppressione i suoi dogmi.
Enrico era un compagno di Roma, quartiere Centocelle, ha fatto parte della Colonna romana delle Brigate Rosse. Arrestato e condannato all’ergastolo, insieme a molti e molte altre, è riuscito ad allontanarsi dalla “caccia” spietata dei gendarmi italiani e rifugiarsi in Francia.
Enrico, negli ultimi anni, ha dovuto combattere anche contro un cancro che lo andava devastando.
Due nemici, il cancro e la persecuzione che non danno pace, Enrico l’ha trovata chiudendo i conti con questo mondo.
Enrico, non ti dimenticheremo, resterai nei nostri pensieri, per continuare…
Enrico, presente!
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