Le parole di Rosa

rosa4Stralci di lettere dal carcere di Rosa Luxemburg

Assassinata il 15 gennaio 1919

 

 Dal carcere di Varsavia, 18 luglio 1906 (a Matilde)

[…] Questo è il tempo nel quale viviamo, meraviglioso, cioè io chiamo un tempo meraviglioso quello che produce una massa di problemi enormi che stimolano i pensieri, che fanno emergere passioni, soprattutto un tempo fertile, un tempo gravido che partorisce ogni ora e da ogni nascita emerge di nuovo una gravidanza […] Caro E., sono molto contenta che Lei stia meglio. Non si stressi e sopratutto non cada in depressione. La RIVOLUZIONE è GRANDIOSA, tutto il resto sono stupidaggini.


Dal carcere di Wronke, 28 dicembre 1916 (a Matilde)

[…] Piangere è una questione di debolezza, essere uomo significa buttare con gioia tutta la propria vita su questa grande bilancia del destino, se è necessario, ma allo stesso tempo rallegrarsi di ogni giorno di sole e di ogni nuvola bella, io non ho ricette per scrivere come deve essere un uomo, so soltanto come uno lo è. […] Il mondo è così bello malgrado tutti gli orrori e lo sarebbe ancora di più se non esistessero deboli e codardi. La psiche delle masse come il mare eterno nasconde in sé tutte le possibilità latenti: silenzio mortale e tempesta violenta, codardia più bassa e eroismo più selvaggio. La massa è sempre ciò che deve essere secondo le condizioni del periodo storico e sta sempre per diventare qualcosa di totalmente diverso da quello che sembra […] Essere deluso dalle masse è sempre la cosa più vergognosa per un uomo politico. […] Questo silenzio sublime dell’infinito nel quale si perdono così tante grida inascoltate risuona in me così forte che non ho più spazio nel mio cuore per il ghetto: mi sento a casa in tutto il mondo, dove esistono nuvole e uccelli e lacrime umane.

Dal carcere di Wronke, 15 aprile 1917 (a Louise)

rosa3« […] puoi immaginare quale formicolio avverta in tutte le membra e come ogni novità della Russia mi si propaghi fino alla punta delle dita come una scarica elettrica. Ma nondimeno il non partecipare a quei moti non mi rende affatto triste e non mi viene in mente, lamentandomi per ciò che non posso cambiare, di sciupare la gioia che provo nel vedere quanto accade. […] non predico  un qualsiasi ottimismo fatalista e comodo, destinato a mascherare la propria impotenza […] Ad ogni istante sto al mio posto, e, se me ne sarà offerta la possibilità, mi affretterò a strimpellare con dieci dita sulla tastiera del piano del mondo, cosa che farà un bel baccano! Ma siccome non per colpa mia, ma a causa della costrizione esterna sono stata ‘messa in congedo’ dalla storia mondiale, mi faccio una bella risata, sono felice quando le cose funzionano, anche senza di me.

[…] Quando si ha la cattiva abitudine di cercare una gocciolina di veleno in ogni fiore schiuso, si trova, fino alla morte, qualche motivo per lamentarsi. Guarda quindi le cose da un angolo diverso e cerca il miele in ogni fiore: troverai sempre qualche motivo di sereno buonumore. Inoltre, credimi, il tempo che – così come altri – attualmente passo sotto chiave, neanche questo tempo è perduto. […] Sono del parere che si deve semplicemente, senza voler essere troppo cattivi né scervellarsi, condurre la vita che si reputa giusta, senza esigere d’essere pagate subito in moneta sonante per tutto ciò che si fa. Alla fine, tutto sarà ben ricapitolato; e se così non sarà io ‘proprio me ne infischio’, anche senza la vita è per me una tale fonte di gioia: tutte le mattine ispeziono scrupolosamente le gemme di ogni mio arbusto e verifico dove ce ne sono; ogni giorno faccio visita a una coccinella rossa con due puntini neri sul dorso che da una settimana mantengo in vita su un ramo, in un batuffolo di calda ovatta nonostante il vento e il freddo; osservo le nuvole, sempre più belle e senza sosta diverse, e in fondo io non mi considero più importante di quella piccola coccinella e, piena del senso della mia infima piccolezza, mi sento ineffabilmente felice».


dal carcere di Wronke, 2 maggio 1917 (a Sophie)

[…] Io ho delle volte la sensazione di non essere una vera donna ma qualche uccello o un altro animale in forma di uomo non riuscito. Internamente mi sento qui, in un campo fra i bombi, molto più a casa che all’assemblea del partito. A Lei questo lo posso dire con tranquillità, Lei non annusa subito il tradimento del socialismo, Lei sa che io malgrado questo spero di morire in campo: in una battaglia di strada oppure nel carcere di massima sicurezza. Ma il mio io più interiore appartiene di più alle cinciallegre che ai compagni […] Il mio crescere interiore inscindibilmente legato alla natura organica prende quasi forme patologiche che hanno a che fare probabilmente con la mia condizione nervosa […]

Beisetzung von Rosa Luxemburg

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4 risposte a Le parole di Rosa

  1. gianni landi ha detto:

    Grazie Salvatore per questi “estratti” di vita della compagna Rosa che non conoscevo nel suo intimo; penso che in lei possiamo rivivere tante nostre belle compagne morte combattendo in favore di tutte le donne e gli uomini oppressi, sfruttati, sopraffatti, ignorati per i quali anche noi abbiamo lottato. “La storia continua” e ci saranno sempre persone vitali, coraggiose, generose e sorridenti che ci fanno sperare. Un forte abbraccio Gianni Landi

  2. kleovis ha detto:

    siamo in tanti a sperare anche in grecia, altre volte lontana, altre volte vicina. Un forte abbraccio da noi!

  3. gianni landi ha detto:

    cara Fiamma, hai un nome che è tutto un programma e non hai il diritto di spengere la fiducia negli uomini e nelle donne rivoluzionarie che ci hanno preceduti. Io ho sempre pensato di non essere “speciale”; ho sempre pensato di non aver mai dato abbastanza per il futuro di tanti bimbi e bimbe che nascono bene e vengono sciupati dall’egoismo e dall’egocentrismo di alcuni falsi profeti; non sono mai rimasto deluso dagli insuccessi, ma ne ho ricavato esperienza da tramandare; ho dato in tutti i rapporti umani senza attendermi riconoscienza perchè in fondo quello che facevo era anche per me al quale non hanno consentito di essere se stesso con pregi e difetti. Chiaramente l’età porta a perdere lo smalto degli anni giovanili, la elasticità mentale e muscolare degli anni giovanili, ma non la tenerezza, l’amore, la solidarietà, la sete di giustizia che ci ha mossi nel passato. Non siamo speciali Fiamma! a Coviolo c’erano vecchi e giovani compagni e questa è la riprova che non siamo unici. Bisogna dare fiducia a queste “giovani fiammelle” che stanno riaccendendo il fuoco generalizzato. Questi piccoli Spartaco cresceranno, ne sono sicuro. Il tempo poco buono mette depressione, ma non dobbiamo dargliela vinta. Tornerà il sole. Ciao bella Gianni

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