Alcuni ricordi non “passano”. Come quello di Walter Alasia 20 anni operaio di Sesto S. Giovanni a Milano, un compagno, un comunista, un rivoluzionario. L’abbiamo ricordato nel post di 2 anni fa qui.
Ho pensato che forse è utile far conoscere, a chi non ha vissuto quegli anni, il contesto e i commenti di quei giorni. Ecco alcuni articoli de il Manifesto:
il Manifesto del 16 dicembre 1976
il Manifesto del 18 dicembre 1976
il Manifesto del 18 dicembre 1976
Alcune riflessioni. Ciascuna/o farà proprie considerazioni:
UNO: perché chiamare “strategia delle tensione” l’inasprirsi dello scontro di classe? Ecco la testata de il Manifetso del 16 dicembre:
La “strategia della tensione” è una categorie incomprensibile, evanescente, che crea, ed ha creato, un errore di lettura dello scontro di classe di quegli anni. Uno scontro che cresceva e si inaspriva da oltre sette anni e che, con la crisi del 1973 e la risposta operaia adeguata, era giunta a porre il problema del rivoluzionamento dell’ordine capitalistico esistente.
*DUE: perché esaltare il consenso operaio al corteo sindacale? Nell’articolo della Maiolo del 18 dic. si parla di “diecimila operaio in sciopero dicono no al terrorismo e alla strategia della tensione”, mentre i volantini dei Comitati operai di Sesto dicono: “ Il corteo sindacale è stato un fallimento: vi partecipano 5-600 operai (su 2.500 iscritti Pci), 28 studenti della Fgci e 4 insegnanti di cui uno aderente ad Avanguardia operaia (Ao); dalla Magneti Marelli si recano al corteo 67 operai iscritti al Pci (su un totale di 380 iscritti) e 7 vicini ad Ao” [da: Emilio Mentasti, Storia del Comitato operaio della Magneti Marelli, pag117].
*TRE: perché mettere tra virgolette “brigatista” per Walter? E perché unire nello stesso articolo l’assassinio di Walter, le bombe fasciste e altri episodi di nera?
per non dimenticare
….buona lettura…
Quella p..della maiolo … Ciao Walter.Non ho dimenticato
Niente è stato dimenticato di quegli anni perchè certi sentimenti, fortemente interiorizzati, non possono essere cancellati o modificati. Una certa maniera di sentire non cambia come non è possibile pensare che si possa cambiare il proprio carattere, la propria maniera di essere ed oggi, come allora, chi è spettatore insensibile, è “traditore o vigliacco”. Quest’ultimo virgolettato fu il titolo di un articolo che scrissi per la rivista Anarchismo tanti anni or sono. Un unico rammarico: eravamo in pochi , oggi come ieri, ad avere certi sentimenti, mentre “infami” e traditori erano in tanti; comunque disse bene Pisacane….”io vado…”. La storia dell’umanità è fatta così e noi siamo orgogliosi del nostro passato, senza pentimenti o tentennamenti. Ho apprezzato il tuo libro , quello di Prospero e quello di Sante Notarnicola perchè sono quelli che fanno meglio rivivere QUEGLI ANNI VISSUTI FUORI DALLA PALUDE. Un abbraccio ideale a tutti. Gianni Landi
Grazie Gianni per i tuoi commenti sempre pieni di rabbiosa vita. Grazie a tutte e tutti che, intervenendo su queste pagine con i loro commenti, le rendeno piene di vita e di voglia di lottare per trasformare completamente questo marcio sistema di sfruttamento, oppressione e disuguaglianze abissali. Buon anno di lotta a tutte e tutti
Salvatore
Ero appena un ragazzo all’epoca, ma non dimentico.