Netanyahu, Obama, il nucleare iraniano e…i missili a Cuba

Netanyahu si schiera con Romney perché Obama non vuole partecipare all’attacco militare all’Iran.

Secondo Benyamin Netanyahu l’Iran sarebbe sul punto di potersi dotare dell’arma atomica entro sei o sette mesi e il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, dovrebbe imporre a Teheran una “linea rossa” da non superare.

Il premier israeliano lo ha affermato davanti alle tv americane durante la trasmissione ‘Meet the press‘ nella Nbc, sostenendo che la repubblica islamica avrà compiuto entro il 2013 la metà del cammino che le permetterà di disporre di sufficiente uranio arricchito per fabbricare la bomba nucleare.

Netanyahu  ha chiesto al presidente degli Stati Uniti di imporre all’Iran un limite, una linea rossa, da non superare sotto la minaccia di un intervento militare e di preparasi alla soluzione militare, cosa che però Barack Obama rifiuta di fare. Il discorso di Netanyahu è uno schieramento esplicito per il candidato repubblicano alla Casa Bianca Romney, che ha affermato – durante la scorsa visita a Israele –  di essere disposto ad attaccare l’Iran. Mentre Obama, in accordo con il Segretario di Stato Hillary Clinton e il Segretario alla Difesa Leon Panetta (ex direttore della Cia, quindi conoscitore del problema) non ritiene oggi l’opzione militare vincente.

Netanyahu, ieri, ha rincarato la dose, ricordando la crisi dei missili a Cuba di 50 anni fa. Esattamente il 15 ottobre 1962: una crisi che durò tredici giorni portando le due potenze, Usa e Urss,  sull’orlo del confronto militare con l’uso di armi atomiche. Un ricordo che, nelle intenzioni di Netanyahu avrebbe dovuto far schierare gli elettori statunitensi, spinti dalla paura, per Romney, ma avrebbe fatto un autogol.

Stavolta la dose di paura è stata eccessiva e, secondo alcuni commentatori statunitensi, il ricordo di un periodo in cui il mondo si è trovato sull’orlo di una guerra nucleare, sembra aver spaventato talmente gli elettori e le elettrici che cercheranno di evitare tale scenario, non votando per Romney.

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