…nel ’74 si assiste a un inasprimento della repressione sulle proteste ancora in corso.
Il 23 febbraio ’74, a Firenze, nel carcere delle Murate è in corso una protesta per la riforma dei codici fascisti e per un nuovo regolamento penitenziario. I detenuti sono sui tetti, non è la prima volta, però la polizia spara, prima lacrimogeni e poi piombo. E quella è la prima volta. Giancarlo Del Padrone, un ragazzo di vent’anni, detenuto per un tentato furto, rimane ucciso, altri otto detenuti vengono feriti.
In molte carceri si impenna la protesta contro gli assassini di Stato. A Genova due giorni dopo si ribellano i detenuti del carcere di Marassi. Una nuova ondata di forti proteste corre da nord a sud. Scontri avvengono anche fuori dal carcere. Il movimento, a quel tempo, non abbandonava i ribelli nelle carceri e il 14 marzo, a Firenze, per un intero pomeriggio si accendono scontri tra polizia e manifestanti sotto il carcere delle Murate, scontri cui i detenuti assistono dalle finestre e partecipano con battiture e urla. Il potere decide di rispondere ancora col piombo.
[da il Manifesto del 26 (sul compagno ucciso alle Murate di Firenze) e 27 febbraio 1974 (Pescara e Roma]
Su questo assassinio c’è una bella canzone di Gianni Siviero. Si può ascoltare qui
In particolare la n. 008 è dedicata all’assassinio di Giancarlo Del Padrone e la successiva la n. 009 è dedicata alle guardie che sparano. Sono tutte belle canzoni sul carcere. Buon ascolto
Il 9 maggio ’74 nel carcere di Alessandria tre detenuti sequestrano un medico, un’assistente sociale, sei insegnanti e sei agenti. Polizia e carabinieri circondano l’edificio, i detenuti chiedono di poter lasciare il carcere in un furgone. In serata il governo consente una soluzione di forza di polizia e carabinieri che porta alla morte di due ostaggi.
Il giorno dopo vi è l’assalto, diretto dal generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, che porta all’uccisione di due detenuti e tre ostaggi. Un massacro. Dalla Chiesa non viene destituito, viene anzi nominato plenipotenziario del nuovo sistema carcerario. A lui viene affidato il compito di individuare e predisporre il circuito delle carceri speciali e di sovrintendere alla loro sicurezza.
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