E’ in funzione la Banca-dati del Dna. Finora 30.000 schedati e ancora Daspo

Parte la banca-dati del Dna: 30.000 schedati, tra detenuti e chi ha commesso reati

di Antonietta Ferrante leggi intero articolo su  adnkronos.com del 20 febbraio 2017

… L’obiettivo del progetto, istituito con una legge nel giugno 2009 ma operativo solo da dnapoche settimane, è quello di raggiungere i risultati di chi da anni dispone di questo strumento: nel Regno Unito il 62% dei dati inseriti ha restituito un legame tra la traccia trovata sul luogo di un crimine e il possibile autore.

… in Italia sono oltre 2,4 milioni i reati registrati nelle ultime statistiche ufficiali del Ministero dell’Interno (dal 1 agosto 2015 al 31 luglio 2016), di cui circa 32mila rapine e oltre 1,3 milioni furti… I tamponi salivari da cui estrarre il Dna, raccolti dal 10 giugno 2016 sono circa 30.000 tra detenuti e chi ha commesso reati, ma presto anche il resto della popolazione carceraria sarà sottoposta a prelievo…

La polizia penitenziaria raccoglie i tamponi salivari dei detenuti, invece la polizia, i carabinieri e la guardia di finanza raccolgono quelli di chi è ai domiciliari, a esclusione dei reati meno gravi per i quali non è previsto il prelievo.

… il Regno Unito si è dotato nel 1995 di un banca dati, nel 2004 le corrispondenze tra profili erano pari al 45% e sono salite al 62% nel 2014 – “ci dice che la banca dati di per sé non diminuisce il tasso di criminalità, ma sicuramente incide sui reati seriali e sul numero di risoluzioni. Un deterrente forse meno efficace per i delitti d’impeto come molti omicidi, ma sapere che esiste potrà comunque avere un effetto preventivo”.… il valore della banca dati si misurerà principalmente negli anni futuri, quando si arricchirà di sempre più numerosi dati…

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Da oggi prende il via il Daspo per condotte di vita “irregolari”

È in vigore da oggi il Decreto legge 20 febbraio 2017 n. 14. Disposizioni urgenti sicurezza nelle città.

Negli articoli del decreto legge, si individuano stazioni ferroviarie o di autobus locali, porti, aeroporti, musei e località archeologiche, per sanzionare chi intende impedirne l’accesso (manifestazioni? Picchetti? Sit in?). Sanzione amministrativa va da 100 a 300 € e allontanamento dal luogo in cui è stato commesso il fatto. Competente a infliggere i provvedimenti è il sindaco. 

Una cintura di sicurezza che potrà riguardare anche bar, ristoranti birrerie, locali aperti al pubblico: rispetto a questi luoghi infatti può essere disposto dal questore un divieto di accesso che colpirà le persone condannate nel corso degli ultimi 3 anni per la vendita di sostanze stupefacenti per fatti commessi all’interno o nelle vicinanze di locali pubblici. La misura dovrà essere compresa tra 1 e 5 anni e comunque il questore potrà anche prevedere l’obbligo di presentarsi almeno 2 volte a settimana presso gli uffici di pubblica sicurezza oppure negli orari di apertura delle scuole.

Per la violazione dei divieti è stabilita una sanzione pecuniaria da 10.000 a 40.000 €. Foglio di via obbligatorio e avviso orale.

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Dunque le misure di controllo si propagano velocemente investendo tutto il territorio. Queste fanno seguito al Daspo urbano dell11 febbraio.

Ormai la tendenza alle nuove attitudini della Repressione sono in pieno svolgimento. E noi? Noi movimento, collettivi, sindacati di base, compagne e compagni cosa facciamo? Aspettiamo passivamente l’evolversi della situazione illudendosi che, prima o poi, potrà verificarsi la vagheggiata sollevazione popolare, oppure ci mettiamo con impegno quotidiano a costruire nei posti di lavoro e nei territori percorsi autorganizzati per un contropotere territoriale.

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