Trentanni fa, 1984, primi giorni di ottobre.
La Commissione parlamentare per l’indagine sui crimini commessi da Michele Sindona, in particolare sui legami Mafia, Banche, Partiti, Vaticano, P2, che aveva dominato l’Italia, giunse a delle conclusioni terribili. Su queste conclusioni si svolse un dibattito parlamentare dal quale emerse, per iniziativa di parlamentari radicali (Aglietta, Teodori, Melega), una mozione di sfiducia verso Giulio Andreotti, allora ministro degli esteri che, dai lavori della Commissione, risultava assai coinvolto in quelle faccende.
Il presidente della camera Nilde Iotti accordò il voto segreto, richiesto dai radicali, su questa mozione.
Sembrava scontata la maggioranza contro Andreotti: molti parlamentari democristiani avrebbero votato contro Andreotti, i partiti laici e i 198 voti del Pci avrebbero mandato a casa il “divo”.
Il 4 ottobre si vota. Risultato: la mozione viene respinta con 199 voti contrari e 101 a favore.
Il gruppo parlamentare comunista aveva annunciato il giorno prima che non avrebbero partecipato al voto, astenendosi. Chi aveva fatto questo annuncio e si era battuto per l’astensione era stato il Presidente dei deputati comunisti Giorgio Napolitano.
La stampa del giorno dopo titolava ovviamente: «Il PCI salva Andreotti». La base del Pci andò su tutte le furie, scazzottate nelle sezioni, sedie che volavano e il segretario Alessandro Natta fu costretto a smentire Napolitano, affermando che il partito era estraneo alla decisione dell’astensione, che l’iniziativa era stata dei parlamentari. Natta, per cercare di recuperare la orribile figuraccia dei parlamentari, affermò che «nessuno può intendere il voto di astensione come assoluzione» e che quindi «il ministro degli esteri si sarebbe dovuto dimettere».
Tutti sappiamo che Andreotti non si dimise, anzi aumentò le opportunità per il premierato.
Le voci dei giorni seguenti confermarono che l’iniziativa dei parlamentari del Pci di non votare e salvare Andreotti era stata caldeggiata da Giorgio Napolitano.
Era il 1984, ma la trama non era quella del libro omonimo di George Orwell… era peggio!!!
Negli anni successivi si capì perché.
Oggi è lampante! Questi ci governano!
E noi?
Più attinente al tema della cloaca parlamentare mi sembra il libro di Orwell “La fattoria degli animali”……li ci sono tutti ! di ieri, di oggi e di domani !