Matteo Renzi è soltanto giovane o anche Acerbo?
Chi era Giacomo Acerbo? È stato sottosegretario alla presidenza del consiglio di Mussolini dal primo governo nel 1922; è quello che accompagnò Mussolini a ricevere dal re l’incarico ministeriale e lo assistette nella formazione del governo.
Redasse il disegno di legge della legge elettorale (che porta il suo nome: Legge Acerbo) che modificò il sistema proporzionale in vigore da 4 anni, inserendo un forte premio di maggioranza in favore del partito più votato che avesse superato il quorum del 25%, aggiudicandosi in tal modo i 2/3 dei seggi, le altre liste si sarebbero divise il restante terzo dei seggi; era ammesso il voto di preferenza. Nel caso in cui nessuna delle liste concorrenti avesse superato il 25% dei voti, non sarebbe scattato alcun premio di maggioranza e la totalità dei seggi sarebbe stata ripartita tra le liste concorrenti in base ai voti ricevuti, secondo i principi della legge elettorale del 1919.
Il ddl fu approvato il 4 giugno 1923 dal Consiglio dei ministri presieduto da Mussolini. Il 9 giugno venne presentato alla Camera dei Deputati e sottoposto all’esame di una commissione [la Commissione era composta da Giovanni Giolitti (con funzioni di presidente), Vittorio Emanuele Orlando per il gruppo della “Democrazia” e Antonio Salandra per i liberali di destra (entrambi con funzioni di vicepresidente), Ivanoe Bonomi per il gruppo riformista, Giuseppe Grassi per i demoliberali, Luigi Fera e Antonio Casertano per i demosociali, Alfredo Falcioni per la “Democrazia Italiana” (nittiani e amendoliani), Pietro Lanza di Scalea per gli agrari, Alcide De Gasperi e Giuseppe Micheli per i popolari, Giuseppe Chiesa per i repubblicani, Costantino Lazzari per i socialisti, Filippo Turati per i socialisti unitari, Antonio Graziadei per i comunisti, Raffaele Paolucci e Michele Terzaghi per i fascisti e Paolo Orano per il gruppo misto (in realtà era anche lui fascista)].
Il 21 luglio del 1923 il ddl Acerbo venne infine approvato con 223 sì e 123 no. A favore si schierarono il Partito Nazionale Fascista, buona parte del Partito Popolare Italiano, la stragrande maggioranza dei componenti dei gruppi parlamentari di tendenze liberali e la quasi totalità degli esponenti della destra, fra i quali Antonio Salandra. Votarono contro i deputati dei gruppi socialisti, i comunisti, la sinistra liberale e quei popolari che facevano riferimento a don Sturzo. La riforma entrò in vigore con l’approvazione del Senato del Regno con 165 sì e 41 no.
La legge elettorale Acerbo fu messa in pratica nelle elezioni del 6
aprile 1924, dove il Listone Mussolini prese il 60,09% dei voti e prese il premio di maggioranza; i fascisti poi trovarono il modo di rubicchiare anche il numero di seggi garantiti alle minoranze, partecipando alla spartizione mediante una lista civetta (la lista bis) presentata in varie regioni, che prese altri 19 seggi, mentre le opposizioni di centro e sinistra ottennero solo 161 seggi, nonostante al Nord fossero in maggioranza con 1.317.117 voti contro i 1.194.829 del Listone. Complessivamente, le opposizioni raccolsero 2.511.974 voti, pari al 35,1%.
poi….
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