«Che cos’è una vittoria operaia?
Ritengo che significhi due cose insieme.
i lavoratori devono conseguire risultati economici,
ma devono anche conquistarsi uno spirito rivoluzionario,
al fine di raggiungere una completa vittoria».
[Elizabeth Gurley Flynn dal discorso del 31 gennaio 1914 al Civic Club Forum di New York]
Elizabeth Gurley Flynn di origini irlandesi, con i capelli neri e gli occhi azzurri, era nata il 7 agosto del 1890. Nel 1906 tenne il suo primo discorso Cosa farà il socialismo per le donne?, e aderì agli IWW. Elizabeth, insieme a Carlo Tresca (con cui ebbe una relazione dal 1920 al ‘25), Patrick Quinlan e Big Bill Haywood dirigenti degli IWW guidarono il grandioso e decisivo sciopero a Paterson nel New Jersey nel 1913. CENTO ANNI FA!!!!!
Lo scrittore Theodore Dreiser, direttore editoriale del «Broadway Magazine», chiamò Elizabeth La Giovanna d’Arco dell’est. Il produttore cinematografico David Belasco le offrì di fare l’attrice ma ottenne una elegante pernacchia. Durante la seconda guerra mondiale Elizabeth si batté per migliori opportunità economiche per le donne, scrivendo una rubrica quindicinale per il quotidiano «Daily Worker»; scrisse anche il libro Women have a date with destiny.
Nel 1937 aderì all’American Communist Party. Subì la repressione del senatore fascista Mc Carthy e nel 1951 fu arrestata con altri dodici membri del Communist Party. Nel 1953 fu condannata per aver violato lo Smith Act Alien Registration del 1940, la legge sull’immigrazione, fu incarcerata nel riformatorio federale femminile di Alderson (West Virginia) dal gennaio 1955 al maggio 1957.
Morì dopo un ricovero per problemi di stomaco a Mosca, il 5 settembre 1964. Ebbe un funerale di stato nella piazza Rossa e le sue ceneri vennero sepolte, secondo il suo volere, nel cimitero di Waldheim, Chicago (Illinois), accanto alle tombe di militanti dell’IWW Eugene Debs, Big Bill Haywood e gli Haymarkets Martyrs, impiccati negli anni Ottanta durante le lotte per la giornata delle otto ore. Il titolo della sua autobiografia venne cambiato per desiderio dell’autrice in The rebel girl il titolo della canzone che le dedicò Joe Hill.
«Ci sono dame di ogni genere, ornate di perle e di diamanti, ma l’unica, vera signora è lei la “rebel girl“».
Joe Hill
Joe Hill [di origini svedesi Joel Emmanuel Hägglund nato a Gävle Svezia il 17 ottobre 1879 – ucciso nella prigione di Salt Lake City, 19 novembre 1915] la “voce cantante” dei Wobblies
Joe Hill venne arrestato la mattina del 13 gennaio 1914. Era un lunedì, Joe stava disteso nel letto, un colpo d’arma da fuoco gli aveva attraversato il petto sfiorando polmoni e cuore. Il medico gli aveva somministrato morfina, per attenuare il dolore, Joe dormiva quando entrarono tre poliziotti, Joe, nel sonno, mosse appena un braccio e il capo della polizia gli sparò spappolandogli la mano. Il poliziotto si difese dicendo che Joe voleva prendere una pistola che non aveva né ce n’era una in casa.
Joe fu accusato di aver ucciso, per vendetta, un ex poliziotto John Morrison responsabile della morte di un rapinatore.
In realtà la polizia voleva liberarsi di un “indesiderabile” (così venivano chiamati i wobblies, i comunisti e gli anarchici), di un agitatore e organizzatore, ma soprattutto autore di canzoni così belle e significative che contribuirono a costituire l’identità degli IWW: perciò si disse, “Joe Hill la voce dei wobblies”. Un altromotivo per accusarlo era che la polizia non voleva ricercare l’autore dell’uccisione di Morrison tra la malavita per non inimicarsi le bande con le quali intratteneva ottimi affari e ancor di più per consolidare un’alleanza strategica: istituzioni-mala-mafia contro i sovversivi!
Dopo un processo farsa, con i peggiori imbrogli della polizia e dei giudici, dove il principale testimone, il figlio di Morrison presente alla sparatoria, disse di non riconoscerlo e che i due che avevano ucciso suo padre erano bassi e tarchiati, insomma come tutti i processi farsa contro i “sovversivi” negli Usa e ovunque, Joe Hill fu condannato a morte il 27 giugno e assassinato per fucilazione il 19 novembre 1915.
La mattina dell’esecuzione lasciò alla guardia un foglietto dove aveva scritto il suo testamento, naturalmente in poesia.:
«Il mio testamento è facile da decidere
Perché non c’è niente da dividere.
Gli amici non piangano, né facciano scene,
“il muschio non cresce su una pietra che rotola”.
Il mio corpo -se posso decidere
lo vorrei ridotto in cenere
e lasciare che le brezze felici
la portino dove crescono i fiori;
magari ce n’è di appassiti
che ritornano in vita e fioriscono.
Quest’è l’ultimo e finale testamento:
buona fortuna a tutti voi. »
Joe Hill
Un altro cantante, voce della lotta di classe negli Usa, Ralph Chaplin (colui che si dice disegnò il “gatto selvaggio” nella iconografia da tutti conosciuta) scrisse una importante e bella canzone dedicata
a Joe e a tutti gli operai ribelli e rivoluzionari uccisi dalla polizia di stato e da quella dei padroni:
Novembre rosso, novembre nero,
novembre tetro, nero e rosso:
mese sacro di martiri operai,
del lavoro eroi, morti del lavoro.
La rabbia del lavoro e speranza e dolore,
rossa la promessa, nera la minaccia
chi siamo per non ricordare?
Chi siamo per osare dimenticare?
Nero e rosso, i colori mischiati,
nero e rosso l’impegno già preso-
rosso fino a che la lotta è finita,
nero finché il debito sia pagato.
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Carlo Tresca, abruzzese, socialista in gioventù, anarchico in seguito,emigrò negli Stati Uniti nel 1904 a soli 25 anni, dove svolse attività sovversiva senza aderire all’ IWW, condannato più volte come “agitatore politico”, propugnatore dell’organizzazione autonoma dei lavoratori, sostenitore di chi si opponeva , anche a mano armata, di compagni come Gaetano Bresci o Sacco e Vanzetti, fondatore dei giornali anarchici La Plebe, L’Avvenire ed Il Martello, critico verso la deriva stalinista della rivoluzione russa ma anche verso le posizioni individualiste di Galleani direttore del giornale anarchico L’Adunata dei refrattari. Lottò per tutta la vita sotto la bandiera rosso nera dell’anarchia subendo numerosissime carcerazioni. Fu assassinato a colpi di pistola a New York nel 1943 e le ipotesi formulate, senza giungere ad una ipotesi definitiva, furono che fosse stato ucciso dai comunisti o dai fascisti, Ottime le parole di queste canzoni che sottoscrivo in pieno e che avrebbe sottoscritto anche Carlo Tresca del quale ho tracciata una breve scheda biografica ed altrettanto si potrebbe fare per Severino Di Giovanni, anche lui abruzzese emigrato in Argentina ai tempi del fascismo, e propugnatore di pratiche rivoluzionarie a noi tanto care!! Alberta ed io ci faremo cremare, come fece il compagno Joe Hill….un po’ di propaganda anticlericale non fa mai male! Alberta e Gianni
molto bello uno di questi giorni lo copio perchè di Elizabeth messo poco
Pingback: Sovversivi di cento anni fa: la voce degli IWW e la “rebel girl” -Sabotage – by Elizabeth Gurley Flynn | controappuntoblog.org
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fatto che e so ricordata i post precedenti 😉
Grazie compagni, grazia Alberta, Oliva e Gianni. Fa piacere sapere che i buoni ricordi fanno vibrare le corse giuste delle compagne e dei compagni.
Grazie dei vostri contributi.