Dalle concentrazioni operai dell’Egitto si infiamma l’opposizione ai pieni poteri di Morsi.
L’opposizione al golpe Morsi prende corpo in tutte le piazze, piazza Tahrir in primo luogo. Ma proprio da Mahalla al Kubra, là dove nel 2007-2008 erano partiti i grandi scioperi di massa, non solo per imporre un radicale cambiamento alle condizioni di sfruttamento, non solo per costruire organismi di lotta indipendenti dal Sindacato di Stato, ma anche -per la prima volta in Egitto- per dire NO a Mubarak, proprio da questi settori operai (Mahalla al Kubra chiamata ovunque la “Mirafiori d’Egitto”, non solo per la sua ampia concentrazione operaia ma anche per la sua conflittualità) l’opposizione assume i caratteri di un percorso rivoluzionario e non solo di cambiamenti di facciata, come è stato finora.
Il segno che da Mahalla viene, crea uno spartiacque decisivo tra l’opposizione a Morsi da parte dei vecchi residui militari del passato regime di Mubarak e la volontà di continuare un percorso rivoluzionario, certamente lungo e contraddittorio, e che non potrà vivere solo nelle piazze, ma che dovrà costruire i propri centri di contropotere proletario per impedire ogni tentativo di stabilizzazione dell’ordine capitalista.
Guarda questo video degli scontri a Mahalla qui
Sulla situazione egiziana vedi anche qui
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Non sono affatto ottimista sull’esito di queste rivolte. Si continua a girare in tondo e il dominio dell’uomo sull’uomo resta immutato.