Nelle carceri degli Stati Uniti si espande la lotta. Sembra prendere piede un ciclo di lotte contro le restrizioni più pesanti, in particolare contro l’uso frequente delle “celle di isolamento”. Iniziato in Georgia quasi due anni fa, è seguito in California con il lungo sciopero della fame a Pelikan Bay, nel nord della California e altre carceri. I problemi sono quelli dell’isolamento e delle condizioni di ristrettezza e hanno visto trattative concluse con un nulla di fatto. E’ ora la volta del carcere di Corcoran con un’altro sciopero della fame, iniziato nel dicembre del 2011. A Corcoran c’è stata già una giovane vittima, Christian Gomes di 27 anni che era in isolamento, di cui non sono ancora note le cause della morte.
Le rivendicazioni dei detenuti di Corcoran riguardano 11 obiettivi che vanno dal ripristino della rappresentanza legale, all’utilizzo della biblioteca e alla cessazione della detenzione di carcerati in celle di isolamento oltre il tempo prestabilito. Gli abusi sono tanti e, come nel caso di Pelikan Bay, le condizioni sono pessime e non c’è nemmeno il rispetto delle leggi. Un detenuto l’ha messa così per quanto riguarda questa lotta: “La lotta nelle celle di isolamento del carcere statale di Corcoran fa parte di una lotta ben più ampia e continua contro le oppressioni palesi che oggi interessano tutte le parti del mondo.”
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amnistia
Trovo di fondamentale importanza la dichiarazione del detenuto del carcere di Corcoran, perchè la lotta interna ad un carcere non deve essere soltanto un episodio ribellistico ma una presa di coscienza politica rivoluzionaria che investe la responsabilità di coloro che gestiscono l’economia mondiale e la qualità della vita…di merda che ci fanno fare, “dentro e fuori le mura” . Qualcuno che scopre gli “altarini” di questi bastardi, per fortuna c’è sempre!Gianni