Questa lettera-denuncia ci è pervenuta stasera. E’ scritta dai detenuti di Rebibbia carcere di Roma, scritta con la penna e con tanta rabbia, non ancora espressa in lotta organizzata. Rabbia di fronte alla morte di un loro compagno dovuta al cinismo del sistema penitenziario e all’indifferenza della società. Diffondetela ovunque!!!
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Ho letta la lettera di questi compagni detenuti.Accetto e diffondo la loro denuncia.Mi meraviglio della conclusione che fa appello al rimorso di coscienza…ma chi ci crede più! Sono invece d’accordo con la propaganda armata dei NAP (infatti erano quasi tutti ex-detenuti), più efficace di qualsiasi volantino od articolo di giornale, tanto più che oggi i midia sono più blindati di ieri, sia a destra che a sinistra.Io sono anarchico ma non di quelli che si aspettavano giustizia dallo Stato dopo la morte in carcere per emorragia cerebrale del compagno Franco Serantini pestato a morte dai celerini in carcere, ignorato dal medico del carcere dottor Mammoli che successivamente ebbe una punizione corporale dai compagni anarchici. Un tempo si diceva: “colpiscine uno per educarne cento (o dieci, non ricordo più!)”. Prima o poi qualcuno dovrà riprendere queste considerazioni, se ha sangue, carattere e sensibilità concreta. Saluti anarchici Gianni Landi