Giorno della memoria?… e i campi di concentramento italiani per jugoslavi?

Altro che giornata della memoria? Sentendo le commemorazioni dovremmo chiamarla “giornata della dimenticanza” visto che dimenticano di ricordare i campi di concentramento che l’esercito italiano e il Ministero dell’Interno predisposero per gli oppositori politici, per i prigionieri e per i civili, ossia le popolazioni slave deportandole dai propri territori per popolarli con “italiani”. Una vera e propria “Pulizia Etnica“.

Oltre 50.000 uomini, donne, vecchi e bambini vennero deportati e internati in campi di concentramento, all’interno dei quali vigevano delle condizioni al limite della sopravvivenza. Difatti ne morirono migliaia di stenti. Il 5 agosto 1943 il vescovo di Veglia, Srebrnic scrive: “Ad Arbe, … nel mese di luglio 1942 si aprì un campo di concentramento nelle condizioni più miserabili che si possono immaginare, morirono fino al mese di aprile dell’anno corrente in base agli esistenti verbali, più di 1.200 internati; però testimoni vivi ed oculari, che cooperavano alle sepolture dei morti, affermano decisamente che il numero dei morti per il detto periodo ammonta almeno a 3.500, più verosimile a 4.500 e più...” [Spartaco Capogreco, I campi del duce, Einaudi 2004, pag. 146]

Da un “Appunto per il Duce” dell’estate 1942 «..provvedere a sistemare nelle province del Regno un complesso di altri 50.000 elementi circa, sgombrati dai territori della frontiera orientalein seguito alle operazioni di polizia in corso… » [Alessandra Kersevan, Un campo di concentramento fascista, Gonars. Ed Kappa Vu 2003, pag.79, seg.]

Accampamenti di morte e di sterminio“, dove “La gente muore di fame. La minestra è acqua nella quale nuotano due chicchi di riso e due maccheroni“. Il peggiore di queste decine e decine di “campi” è stato quello di Gonars, poi quello di Arbe (Rab), Visco, Monigo, Chiesanuova, Renicci, Ellera, Colfiorito, Pietrafitta, Tavernelle, Cairo Montenotte, ecc…: “Avevo 6 anni e pesavo 13 chili. Con altri bambini cercavamo il cibo nei bidoni della spazzatura. Se trovavamo qualche grosso osso lo spaccavamo per succhiare il midollo. Mia madre era incinta. Mio fratello è nato il 3 febbraio 1943. E’ morto qualche mese dopo” Campi dove c’erano le punizioni, le torture, l’orrore di ogni campo di concentramento”.

I responsabili: il regime fascista, la casa reale, le gerarchie ecclesiastiche di Roma, sul campo furono i generali Mario Roatta e Mario Robotti, quest’ultimo inviava a Roma telegrammi dove diceva: “Si ammazza troppo poco“, il primo aveva emesso la famigerata “Circolare N.3C” nella quale si diceva: “Il trattamento da fare ai ribelli non deve essere sintetizzato dalla formula: <dente per dente> ma bensì da quello <testa per dente>”. Entrambi chiedevano l’aviazione per bombardare e mitragliare i villaggi e fare una pulizia etnica più rapida. Roatta, accusato di crimini di guerra, fu aiutato a fuggire nella Spagna franchista, poi fu amnistiato e tornò tranquillamente in Italia (per i criminali fascisti ce ne sono state di amnistie!, per farne una oggi per chi ha rubato uno stereo il Parlamento italiano va in sbattimento), la foto di Roatta fa bella mostra di se alle pareti dell’archivio storico dello Stato Maggiore dell’Esercito de ‘sto cazz ‘e paese!

Sconfitto il fascismo, gli internati furono liberati? Macché… Pietro Badoglio (l’infame) riunì il gabinetto di emergenza il 27 luglio 1943 al Viminale e NON varò l’immediata liberazione degli internati né degli oppositori antifascisti, ma se la prese talmente comoda al punto che Mario Roveda, Bruno Buozzi e Dino Grandi (capi dei sindacati) minacciarono uno sciopero generale se Badoglio non ne avesse accelerato il rilascio. Il capo della polizia Carmine Senise dispose la liberazione con particolare lentezza e condizionata alla “pericolosità sociale” degli internati. La circolare di “rilascio” venne trasmessa solo il 10 settembre 1943, quasi due mesi dopo nonostante le clausole armistiziali…un ritardo mortale perché l’Italia nel frattempo era stata occupata dall’esercito tedesco e molti internati finirono nelle mani delle SS. [Capogreco- pag.171, segg.]

Nonostante ciò continuiamo a drogarci con la cretinata dell’”italiano brava gente”? O forse i nostri uomini in divisa talmente si sono abituati a torturare che poi, ai tempi dell’Unità nazionale (1978 e seguenti) hanno ripreso con lena a torturare i compagni e le compagne rivoluzionari negli anni Settanta e Ottanta.

Diffondere! Diffondere!  Far conoscere le vergogne de ‘sto cazz’e paese!

Qui a fianco l’ordine di non uscire da Lubiana quando l’esercito italiano circondò tutta  la città di filo spinato nel febbraio 1942 ……………..

Sotto riporto alcuni testi per chi voglia approfondire il tema dei campi di concentramento italiani per jugoslavi:


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7 risposte a Giorno della memoria?… e i campi di concentramento italiani per jugoslavi?

  1. contromaelstrom ha detto:

    Si, certo. L’elenco completo si trova sul libro di Spartaco Capogreco. Comunque vanno divisi in quelli gestiti dall’esercito di prigionieri di guerra e quelli gestiti dal Ministero dell’Interno (dalla polizia) per antifascisti, sospettati, fiancheggiatori dei partigiani, ecc. ; e quelli per le popolazioni deportate. Ed anche le condizioni di vita erano molto diverse.
    Salvatore

  2. Damiano ha detto:

    la favola dei “italiani brava gente” è lo strumento ideologico con cui la classe dominante italiota si è riciclata all’estero prima della “esportazione della democrazia” celando i propri immensi massacri di civili, pari a quelli di tutti gli altri belligeranti ( pensiamo solo allo sterminio dei libici e degli etiopi nella seconda guerra mondiale…i cui principali artefici furono individuati dagli stessi angloamericani nei generali Graziani e Badoglio…) – all’interno serve sempre per coprire i trattamenti ai prigionieri politici di ieri o le condizioni di oggi nei cie e nelle carceri di fronte al c.d. “uomo della strada” consumatore/teleutente.

    ciao,

  3. Claudio ha detto:

    Il mondo è paese . Perché i bombardamenti di Dresda con 300000 civili morti sono da considerarsi azione di guerra o sterminio?. E i campo di concentramento di Goli Otok di Tito ?
    Fisiologicamente abbiamo bisogno di individuare il diavolo contro cui scaricare le nostre rabbie e angosce. E’ facile essere tifosi, difficilissimo essere obiettivi !
    Ciao
    Claudio

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