Buongiorno, come “Assemblea permanente contro il carcere e la repressione” abbiamo ricevuto alla nostra casella postale (Associazione “Senza Sbarre” c.p. 129 – 34121 Trieste Centro) la lettera firmata da novantadue detenuti del carcere di Udine che segue, nella quale vengono denunciate le gravissime carenze dal punto di vista sanitario, educativo e di assistenza psicologica. Vi preghiamo di diffonderla via web e/o via carta stampata.
Assemblea permanente contro il carcere e la repressione – dicembre 2019
liberetutti@autistiche.org
RECLAMO AVVERSO LA DIREZIONE
L’AREA EDUCATIVA E SANITARIA
Noi detenuti dell’istituto penitenziario di Udine, mettiamo in evidenza con questa nostra fatti molto gravi, che ha la stessa struttura ne è afflitta.
Parliamo anche riguardo la direzione che non è presente, nella stessa struttura. Poi di psicologi dott. Emanuela Rota.
Nello specifico: le difficoltà che noi tutti detenuti abbiamo, nell’avere incontri privati all’interno della struttura.
In quanto gli stessi operatori la quale ne facciamo riferimento in nostre numerose richieste fatte in normale domandina 353, e con ulteriori solleciti anche fatti dagli stessi assistenti dei piani, ma senza mai avere nessun riscontro e risposta, ai nostri continui reclami,
Lo stesso con la direttrice dott.ssa Iannucci, che noi detenuti vediamo solo al momento di richiami disciplinari. In quanto la direzione dovrebbe essere presente almeno una volta ogni mese e fare visita ad ogni piano e vedere e chiedere se ci sono dei problemi e anche doversi chiedere essendo la responsabile dell’istituto di pena quali sono i problemi che nella stessa struttura detiene e di problemi seri, in questa struttura ce ne sono molti. “E anche gravi” sopratutto partiamo dall’area sanitaria qua parliamo della dirigente sanitaria e gli stessi dottori che ne fanno parte. Che non corrispondono alle adeguate norme.
Vengono sbagliate le terapie, non veniamo soccorsi nei momenti di bisogno. Non rispettano le norme vigenti di pulizia. Non sono coerenti con i fatti. Il medico che ti visita attraverso internet guardando il problema che hai, consultando google per poi darti una tachipirina per ogni problema.
Detenuti che hanno gravi problemi di salute che non vengono chiamati in infermeria neanche al momento che ti segni. Persone affette da stomia e devono aspettare di ritirare le proprie sacche alle 21 di sera dalla mattina che li chiede.
Persone che gli vengono sbagliati i farmaci.
Dottori che istigano detenuti. Muri con muffa sporchi. Un area sanitaria non a norma di nulla infatti ci sono molte querele alla stessa. Ma nessuno prende dei veri provvedimenti in merito.
Gente che muore perché non soccorsa perché anche gli orari infermieristici non coprono le 24 h.
Da lunedì al sabato dalle 9 alle 12.30 poi dalle 15 alle 21.La domenica chissà…
Dottori che per un male di stomaco ti danno paracetamolo ecc. c’è anche altro..
Anche la direzione dovrebbe rendersi responsabile di tutto queste cose che accadono anche gravi, nell’istituto. Alla quale degenerano tutto il sistema e la stessa struttura.
Per poi parlare di una educatrice dott.ssa Emanuela Rota, che rallenta tutto il sistema dell’istituto carcerario ed anche rallenta i nostri legali, perché non rispetta i diritti e doveri di ogni detenuto anche dal fatto di permessi e sintesi. Perché quando poi dopo mesi e mesi abbiamo la fortuna di essere chiamati succede che al posto di trattare dei nostri argomenti, parla dei suoi problemi famigliari.
L’educatrice è in dovere di svolgere il suo lavoro perché è di tale fondamentale la sua partecipazione alla nostra vita nell’istituto.
E purtroppo noi tutti siamo stanchi, stufi, afflitti da sofferenza e indignazione per tutto queste cose, tutto perché abbiamo un area educativa assente e non, funzionante. E vorremmo che le nostre voci di aiuto si farebbero sentire, e non cestinate. Come sempre! Lo stesso è avverso anche la parte pscologa che è di maggior importanza e fondamentale nell’istituto.
E parliamo del dott. Oddo Aurelio che nella struttura è invisibile che anche lo stesso non risponde a nessuna, nostra domandina che ci vede qualche ora al primo ingresso se si ha la fortuna e poi basta.
Che anche riesce a fare delle sintesi con solo 1 ora che ti ha visto. Ma relazioni di argomenti mai discussi con lo stesso. Inoltre noi detenuti vorremmo capire con quale criterio lavori! “Non si capisce che ce lo spieghi” infatti molti detenuti lamentano la sua assenza persone che non vengono chiamati anche in un lungo periodo di mesi 6. Tutto questo risulta inconcepibile e non rispetta i diritti dei detenuti, e i giusti criteri vigenti. Di questi “pseudo educatori, psicologi”. Che con questo loro fare non fanno altro, che rallentare, ritardare il tutto. Le relazioni che sono, di vitale e fondamentale importanza per tutti noi reclusi.
Perché grazie a queste il tutto avrebbe un percorso, più veloce con i nostri legali e con gli enti esterni,
Assistenti sociali; u.e.p.e; s.e.r.t.; ecc ecc.
Noi chiediamo a voce alta aiuto a persone responsabili, che abbiano la piena consapevolezza di avere voglia di fare e rispettare la propria dignità di noi detenuti.
E non di schiacciarci sotto i piedi solo perché noi essendo in carcere siamo fuori dal mondo esterno.
Vi chiediamo di non cestinare la nostra sofferenza nel ribellarci per i nostri doveri. E dimostrare che questa nostra petizione sia dimostrabile a fatti non a parole.
Se voi associazione vi interessate da molti anni di tutte le problematiche dei detenuti allora fate si che questa nostra venga letta e messa in atto. Dimostrando che non venga cestinata. Perché ci sono le firme di tutti noi detenuti. Che urliamo aiuto!
Li il 11/11/2019
In fede tutti i detenuti del cc di via Spalato
Udine.
Aiutateci per favore
Seguono firme di 92 detenuti.
se posso rendermi utile ,col consenso delle persone che hanno firmato la petizione, la notificherei alla Ausl competente per territorio chiedendo anche il rapporto semestrale che le Ausl sono tenute e fare,
non è un grosso contributo in quanto a volte o spesso la Ausl adempie in modo burocratico-formale a questo compito; dal 2004 ogni sei mesi ritorniamo sull’argomento:
le ausl italiane devono cambiare il loro modo di lavorare e agire a tutti gli effetti come organi di vigilanza con relativi poteri di disposizione/prescrizione/sanzione;
invece-quando “va bene” tutt’al più danno “consigli” che anche a non rispettarli nei tempi giusti non succede niente…e soprattutto la Ausl limitano -abitualmente- la loro attenzione (quando il lavoro lo fanno; per esempio la Ausl di Bari alla nostra richiesta di copia del rapporto semestrale ha risposto che non capivano cosa chiedevamo…) solo ad alcuni dei rischi e non a tutti.
Comunque solidarietà alle persone ristrette nel carcere di Udine e grazie per averci fatto sapere cosa succede ; forse coordinandoci con compagni esterni che agiscono a livello locale e con altre persone di buna volontà possiamo creare sinergie e smuovere qualcosa.
Grazie della attenzione.
Vito Totire, Bologna
Io penso possa essere utile notificarla alla Ausl competente per territorio. Ti ringrazio
Salvo
Condivido su facebook la lettera di protesta, ma sono convinto che la loro lettera-denuncia faccia meno rumore di una noce in un sacco. Molti si sono suicidati in carcere a per scrivere “fine pena” con le loro mani, esasperati da gravi problemi di salute fisica o psico-fisica, nella indifferenza scontata delle Istituzioni e dalla insensibilità della maggioranza degli esterni al carcere.
Ho condiviso su FB premettendo : EVASIONE, è l’unica terapia praticabile, ove e quando sia praticabile. 🙂 😉
Sono d’accordo con te Gianni, ma tu sai quanto è necessario un movimento di appoggio esterno, sia per la piccola protesta fino all’evasione. E oggi, purtroppo, ce ne sono pochi dietro le mura, sotto le finestre di un carcere o urlare “non siete soli”. Un abbraccio, Salvo
Carissimo Salvo, il mio “intervento” a gamba tesa non non voleva essere un grido massimalista campato in aria od un vuoto simbolismo; ben lungi da me avvertire il “boia” perchè non esegua la sentenza.Il mio è stato un urlo di disperato sarcasmo a fronte di una realtà che mi fa augurare che il “decreto sicurezza di Salvini” (volontariamente non ho premesso il fuorviante aggettivo, “fascista”) porti ad uno scontro come quello avvenuto negli anni sessanta con la polizia del Ministro Scelba. Non sono per la rivolta individualista di fine ottocento, ma sono convinto che nei carceri occorra energia fresca che semini uno spirito di rivolta con parole d’ordine sentite sulla pelle da coloro che rifiutano le sabbie mobili e la quiete sociale cara ai politici. Mi fa vomitare la faccia di un illustre Sepolcro imbiancato che “rende giustizia” alle vittime di Piazza fontana con una cerimonia ufficiale, ivi compresa la Gemma Calabresi. Quanti sanno quello che disse il Giudice Imposimato nel 2015 : “l’esplosivo utilizzato nello Stragismo degli anni ‘6o-“80 era di tipo militare come quello presente nelle basi NATO; basi frequentate da fascisti di alto rango, da massoni e da Servizi segreti”. Scusa Salvo lo sfogo, ma la regia ipocrita che ci propinano, dopo averci rovinata la vita mi fa ribollire il sangue, e sono sicuro che mi capisci, come mi capirebbero i protagonisti del dialogo tra i protagonisti del tuo recente e splendido Racconto sul carcere.
Ti abbraccio forte. Gianni
Come non essere d’accordo con te Gianni? Certo che l’apparato digerente è stato sottoposto a dura prova, avrai sentito che parlando di Piazza Fontana alte cariche dello stato hanno affermato che: “lo Stato ha battuto il terrorismo nero e rosso usando metodi democratici”. Che c’azzecca il “terrorismo rosso” con Piazza Fontana? Bah!!
direi piuttosto STRUMENTALIZZANDO a loro udo e consumo il così detto”terrorismo”,mediante i midia e tutti i partiti politici; tattica e strategia degli analisti politico-economici con la Regia d’oltre oceano.Hanno tutti gli strumenti atti allo scopo e li utilizzano con cinismo e determinazione.
Lasciamo un futuro incerto e gravoso…. di impegni. SEMPRE AVANTI, forti delle esperienze storiche. Ti abbraccio Gianni