Oggi, 29 maggio 2019, nel carcere di massima sicurezza dell’Aquila, le compagne detenute Silvia e Anna, hanno iniziato uno sciopero della fame contro le condizioni di detenzione, chiedendo il trasferimento in altra struttura e la chiusura di quel reparto. È un reparto adibito per anni a rinchiudere detenuti/e in regime di 41bis ed ora “riciclato” a rinchiudere detenute in AS2 (Alta Sorveglianza di grado medio. I regimi carcerari “speciali” sono, in ordine di durezza crescente: la AS1, la AS2 e la AS3 e il 41bis).
In quel reparto le condizioni di durezza sono le stesse di quando il reparto rinchiudeva recluse in 41bis, anche se viene nominalmente definito AS2.
Questo il comunicato:
Silvia, arrestata il 7 febbraio per l’operazione Scintilla, è adesso detenuta nel carcere di massima sicurezza dell’Aquila, tristemente conosciuto per essere principalmente adibito a detenere persone in regime di 41 bis. Silvia e Anna, si trovano nella nuova sezione AS2. Ma l’ombra 41bis si ripercuote su di loro, quel carcere è una tomba, il 41bis è tortura: pochissime ore d’aria, censura e controlli della posta, possibilità di avere solo 4 libri e 6 capi di vestiario in cella, controllo capillare sui corpi con perquisizioni corporali continue… Tutto è studiato per annichilire le detenute e abbattere ogni forma di resistenza.
E ora, a Silvia, impongono la videoconferenza, negandole anche la possibilità di incontrare i suoi compagni alle udienze dei processi.
La videoconferenza è un ulteriore strumento di repressione e isolamento.
Ma i loro animi non sono fiaccati e sono determinate a resistere e a non farsi piegare.
Per questo mercoledì 29, durante l’udienza per l’occupazione di c.so Giulio Cesare 45 dove Silvia sarà in videoconferenza, il ritrovo è fuori dal tribunale alle 9.30. Per non lasciarle sole.
Tutte libere! Tutti liberi!