Il 22 maggio prossimo, dopodomani, saranno 44 anni dall’approvazione della famigerata “legge Reale”, Legge 152 del 22 maggio 1975, che ha come titolo “Disposizioni a tutela dell’ordine pubblico”.
Ordine pubblico, quanti crimini sono stati compiuti nel tuo nome! Non sarebbe meglio chiamarlo col suo vero nome: ordine capitalista?! Questa legge è ricordata col nome del suo principale promotore, Oronzo Reale ministro della giustizia del IV governo Moro, tra il novembre del 1974 e il febbraio del 1976.
Nato a Lecce nel 1902, Reale fece parte del Partito d’Azione durante la Seconda guerra mondiale e, a conflitto finito, aderì al Partito Repubblicano, diventandone segretario. Ricoprì diverse volte l’incarico di ministro negli anni Sessanta e Settanta.
La legge sanciva il diritto delle forze dell’ordine a utilizzare armi da fuoco, quando strettamente necessario, per mantenere l’ordine pubblico; il concetto “strettamente necessario” è sempre stato molto elastico e fu esteso a ogni situazione al punto che, nel periodo della vigenza della legge, fino al giugno 1989, si contarono 625 colpiti da arma da fuoco delle forze dell’ordine, di cui 254 furono uccisi e 371 gravemente feriti. Nel 90% dei casi le vittime non possedevano nemmeno un’arma da fuoco al momento del confronto con le forze dell’ordine. In aggiunta va considerato il rilevante “numero oscuro” dei manifestanti feriti dai colpi delle forze dell’ordine che non si sono recati negli ospedali, onde evitare possibili e quasi certe conseguenze penali. Solo la metà del restante 10% sono casi in cui la vittima possiede un’arma considerata come tale nel codice penale. Nei restanti casi le vittime possiedono o armi improprie o oggetti che non sono considerati armi.
L’altro punto della legge è il ricorso alla custodia preventiva – misura prevista in caso di pericolo di fuga, possibile reiterazione del reato o turbamento delle indagini – che veniva estesa anche in assenza di flagranza di reato (misura che ha portato l’Italia ad avere il primato in Europa di persone incarcerate senza una condanna definitiva, con picchi del 44% e oggi al 32,9%). Al 31 dicembre 2018 i detenuti in custodia cautelare in carcere erano 19.565, pari a una percentuale di detenuti in attesa di sentenza definitiva del 32,8%, quasi un terzo della popolazione carceraria complessiva. La custodia cautelare in carcere colpisce maggiormente i soggetti socialmente più deboli, perché la differenza la può fare un buon avvocato ben pagato. Difatti per i detenuti stranieri la percentuale di custodie cautelari si alza al 38%, tra le donne straniere addirittura al 40,3%. Per i soli detenuti italiani essa è pari al 30,2%. Si può dire che il razzismo lambisce le aule di giustizia.
La legge Reale dava la possibilità alle forze dell’ordine di effettuare un fermo preventivo di quattro giorni, entro i quali il giudice doveva poi decretare una convalida da parte dell’autorità giudiziaria. Più indietro della Magna Charta Libertatumdi che, secoli or sono, imponeva tre giorni! Infine, veniva ribadito che non si potevano utilizzare caschi o altri elementi che rendessero non riconoscibili i cittadini, salvo specifiche eccezioni.
I provvedimenti previsti dalla legge Reale, modificati dalla L.533 – 8 agosto 1977, furono contestati da molti, che li ritenevano eccessivi, e sottoposti a referendum abrogativo: si votò nel giugno del 1978 e il 76,5 per cento dei votanti decise di non abrogare la legge, istupidire da un battage dei media che prospettavano l’apocalisse. Nel 1989 per effetto dell’entrata in vigore del nuovo Codice di procedura penale, alcune disposizioni di diritto processuale contenute nella legge n. 152/1975 furono soppresse. Col Decreto-legge 27 luglio 2005 n. 144, convertito in legge 31 luglio 2005 n. 155, la cosiddetta “legge Pisanu“, “misure urgenti per il contrasto del terrorismo internazionale”, furono introdotte ulteriori modifiche alla Reale, peggiorative in tema di riconoscibilità nei luoghi pubblici delle persone ed espulsioni all’estero.
Un’altra annotazione riguarda i firmatari di quella legge: da una parte c’era la firma di Oronzo Reale, dall’altra parte la firma di Aldo Moro presidente del consiglio di quel governo! Tanto per non dimenticare.
*Le forze che annoverarono più esecuzioni.
Carabinieri: 123 uccisioni; 155 ferimenti gravi; totale = 278
Polizia: 103 uccisioni; 167 ferimenti gravi; totale = 270
Guardie private, metronotte, vigilantes: 13 uccisioni; 12 ferimenti gravi; totale = 25
Vigili: 6 uccisioni; 22 ferimenti gravi; totale = 28
*di questi agenti, quelli fuori servizio: 19 uccisioni; 29 ferimenti gravi; totale = 48
quelli in borghese: 38 uccisioni; 54 ferimenti; totale = 92
*le situazioni o i contesti in cui gli agenti hanno aperto il fuoco:
Posto di blocco o intimazione alt: 153
Inseguimento: 255
Colluttazione: 25
Fermo, arresto, controllo, perquisizione: 68
Manifestazione: 18
Altri: 106
*aree metropolitane (città + provincia)
Roma 49 uccisioni; 94 ferimenti gravi
Napoli 37 uccisioni; 53 ferimenti gravi
Milano 20 uccisioni; 47 ferimenti gravi
Torino 17 uccisioni; 23 ferimenti gravi
Palermo 9 uccisioni; 20 ferimenti gravi
*Infine, le armi in possesso delle persone uccise o ferite:
Pistola 26; fucile 2; bottiglia incendiaria 1; i rimanenti avevano armi improprie o proprio nulla.
Come vedete Salvini non ha inventato niente! E’ un banale esecutore, nella continuità, della repressione antipopolare. La differenza è che prima molte ragazze e ragazzi, uomini e donne lottavano contro queste infamie. Oggi, si lotta molto poco!