Prosegue l’offensiva ultra-reazionaria della Lega, ma anche di chi regge il gioco, tesa alla devastazione del vivere sociale. Un’offensiva condotta a colpi di decreti e disegni di legge.
Dopo il mostruoso decreto Salvini sulla sicurezza (vedi qui), si sono succeduti molti progetti di legge con l’obiettivo esplicito di portare indietro il paese, addirittura in epoca feudale, alla barbarie assoluta.
Vergognoso il disegno di legge Pillon ( vedi commenti critici qui), altrettanto quello sulla “legittima difesa” che offre libertà di sparare a chiunque venga derubato senza dover rispettare il “principio di proporzionalità” (più fascista dello stesso codice Rocco del 1930 che prevede la proporzionalità); e tanti altri.
L’obiettivo è far diventare l’Italia un paese militarizzato e iper-burocratico nel quale sia chiara la brutale dittatura dei ceti medi e della borghesia rampante.
Mettiamo in luce un altro vergognoso passaggio di quest’offensiva: i primi giorni di febbraio nella Commissione Giustizia della Camera è stata presentato (dalla Lega) il disegno di legge numero 1580, con cui si propone, con tre articoli, di modificare le norme del processo penale minorile (legge 448/88, che norma il processo penale per i minori), abbassando l’età imputabile da 14 a 12 anni.
Già nel 2002, il deputato di Forza Italia Biondi aveva proposto un cambiamento analogo e, sull’incitamento dei fatti di cronaca ampliati a dismisura dai media, altre volte cambiamenti simili sono stati proposti da settori politici di destra e estrema destra. Le urla dei media hanno fatto percepire alle persone disattente, a quelle non informate e negligenti una esplosione della criminalità minorile. La realtà ci dice proprio il contrario di quanto afferma la relazione di accompagnamento del disegno di legge: l’Associazione Italiana dei Magistrati per i Minorenni e per la Famiglia ha subito criticato questa proposta, affermando che «i presupposti su cui poggiano le considerazioni dei proponenti la modifica legislativa non trovano riscontro nei dati a disposizione del Ministero della Giustizia. I trent’anni di applicazione del dPR n. 448/1988, codice regolatore del processo penale minorile (addirittura in anticipo di un anno sulla Convenzione Onu sui diritti del fanciullo del 1989), contrariamente a quanto riferisce la relazione di accompagnamento al disegno di legge, ha portato il livello della recidiva minorile in Italia fra i più bassi d’Europa (niente a che vedere con l’altissimo percentuale della recidiva fra gli adulti del 75%) perché pone l’accento sui bisogni della specifica persona in fase di evoluzione e di costruzione della sua personalità, con l’obiettivo del recupero alla vita civile prima ancora che della punizione».
È di qualche anno fa uno studio del Centro nazionale documentazione e analisi per l’infanzia e l’adolescenza di Firenze dal titolo Indicatori europei dell’infanzia e dell’adolescenza che attribuisce all’Italia il più basso tasso di delinquenza minorile rispetto agli altri Paesi europei e soprattutto agli Stati Uniti d’America.
Afferma Susanna Marietti coordinatrice dell’Associazione Antigone che «la giustizia minorile lavora su personalità in evoluzione di ragazzi che comunque sono considerati capaci di intendere e di volere. Tra l’altro il magistrato nella giustizia minorile deve fare obbligatoriamente una valutazione caso per caso della capacità di intendere e di volere fra i 14 e 18 anni prima di procedere con il procedimento penale. Abbiamo invece valutato che prima dei 14 anni il ragazzo non sia capace di rispondere delle proprie azioni, perché questa personalità in evoluzione non è arrivata neanche al punto di non essere totalmente influenzata dal contesto familiare, sociale, che ha intorno. Quel sistema ha funzionato per la categoria per il quale è stato costruito, mentre non potrebbe funzionare al di fuori da quella»
In Parlamento, questa vergognosa proposta troverà la maggioranza per essere approvata? Stando alle dichiarazioni dei leader dei partiti al governo (ed anche di gran parte dell’opposizione), soprattutto quelle fatte durante le campagne elettorali, potrebbe essere un tragico “si”. La gran parte dei raggruppamenti politici ha fatto la scelta di sottomettersi all’ideologia retrograda del sistema di sanzioni carcero-centrico, che vede nel carcere è l’unica sanzione possibile.
A questo punto la palla passa a noi tutte e tutti. Vogliamo continuare a far finta di niente mentre quattro cialtroni stravolgono e portano indietro le relazioni sociali ancor più di quanto lo siano oggi?
Vogliamo fermare questo oscurantista panorama sociale che ci stanno preparando? E allora muoviamoci!
Invece di aggredire le radici dei problemi sociali che causano tali comportamenti la soluzione è semplice, preferiscono far contenta la massa forcaiola punendo e sbattendo le persone in carcere.