Nella settimana corrente, nelle carceri italiane tre detenuti si sono suicidati in cella
*Napoli Poggioreale, 20 Feb un detenuto di 38 anni di Torre del Greco si è suicidato!
I sucessivi due detenuti si sono suicidati per la troppa cura e osservazione!
Bologna-carcere Dozza – 24 Feb nel carcere bolognese della Dozza un detenuto italiano cinquantenne che si trovava nel reparto infermeria “si è tolto la vita, impiccandosi all’interno della sua cella“, prosegue il linguaggio del carcere affermando che l’uomo “era tossicodipendente” e che, sembra, fosse “in cura psichiatrica ed era già stato sottoposto ad attenta osservazione”.
È questa la vostra osservazione? È questa la vostra cura psichiatrica? Proprio grazie a queste vostre attenzioni l’uomo si è suicidato. Le conosciamo bene le vostre osservazioni e cure? Fatela finita e svuotate le carceri!
In quest’altro caso la troppa cura ha fatto impazzire Valerio un ragazzo di 22 anni. E poi diteci: da quando per “resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamenti” si subisce la custodia cautelare?
Regina Coeli a Roma; il 23 Feb. Questo il loro linguaggio “era evaso tre volte dalla Rems di Ceccano, una Residenza di riabilitazione per pazienti con problemi psichiatrici gestita con la collaborazione del ministero della Giustizia. E tutte le volte Valerio G., 22 anni, era stato ripreso dopo pochi giorni. Finché venerdì il giovane, arrestato di nuovo poco tempo fa per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale e danneggiamento, è stato trovato morto nella sua cella nella seconda sezione del carcere di Regina Coeli”. Si è suicidato impiccandosi con un lenzuolo alla grata del cesso.
Stralci della lettera che Valerio ha scritto prima di morire: Io qui sto impazzendo, ma me la sono cercata. Fratellone mio, ora ti lascio con la penna ma non con il cuore. Ci rincontreremo, addio” l’ha scritta il 16 febbraio, 6 giorni prima di suicidarsi, dal carcere di Regina Coeli