La parola è questa: Whistleblower ed entra prepotentemente nel nostro vivere e lavorare. Si può tradurre gola profonda oppure spione, delatore, cioè quel lavoratore che denuncia alle autorità, corruzione o illeciti compiuti all’interno dell’azienda privata o pubblica in cui lavora. Si tratta di un disegno di legge presentato da M5S e Pd, approvato alla Camera dei deputati ed ora in discussione al Senato.
Ci dicono che questa modalità è stata già sperimentata negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, dove ha consentito di scoprire pericoli alla sicurezza di chi lavora, danni ambientali o frodi, carenze mediche e danni alla salute, false comunicazioni sociali, illecite operazioni finanziarie, casi di corruzione e altro. La legge dovrebbe proteggere da ritorsioni o altro quelle lavoratrici e lavoratori che denunciano queste irregolarità attuate dalla dirigenza aziendale.
Di primo acchito sembra una cosa buona. Per dare coraggio a chi lavora a non accettare sul lavoro passivamente soprusi diretti o indiretti. Da qualche decennio nel mondo del lavoro l’arroganza padronale ha imposto un clima omertoso e terrorizzante a danno di chi lavora che subisce l’obbligo padronale al silenzio (vedi i molti casi di caporalato diffusissimi non solo nelle campagne ma anche nella grande distribuzione, nel trasporto e movimentazione merci come la logistica; il problema è che i caporali, a dispetto delle chiacchiere televisive, sono difesi dalle istituzioni e dalla forza pubblica che appoggia i caporali e carica e denuncia i lavoratori che si ribellano a queste forme di supesfruttamento. Mentre i caporali sono accettati di buon grado anche dai sindacati concertativi (cgil, cisl, uil, ugl…). Per paura che si incrini questa omertà sottomessa di chi lavora, e per altri motivi filo-padronali la destra è ferocemente contraria alla legge.
Questo il racconto di giornali e Tv.
Ma questa favoletta non ci convince! C’è da considerare che è molto difficile, per non dire impossibile, che una legge sia in grado di tutelare quei lavoratori e lavoratrici che denunciano padroni, imprenditori, banchieri e agenzie finanziarie, o altre soprusi dei poteri forti. Licenziare chi “intralcia l’autorità” anche se illegale (l’autorità è sempre illegittima, per noi) è sempre possibile e oggi ancor più facile grazie ai moltissimi casi previsti dal Job Act.
No! L’obiettivo non è tutelare lavoratrici e lavoratori dalle angherie del padrone. L’obiettivo è un altro e non ci vuole molto a capirlo. La tutela ci sarà, ma solo per quei meschini lavotrator* che denuncieranno loro colleghi perché sono poco produttivi, di scarso rendimento e un po’ lavativi. Secondo il modello Amazon!
È dunque è molto probabile che questa caccia al truffatore si risolva, secondo lo spirito dei tempi attuali, ancora in una “guerra tra poveri”. Sarà questo il whistleblower di questo periodo: vedremo istaurarsi, tra chi lavora, un clima di sospetto, ambiguità, diffidenza e sfiducia di tutti contro tutti; prospererà un clima di spiate e delazioni che sgretolerà la poca solidarietà rimasta. Una pacchia per padroni e caporali. Un disastro per l’unità di classe.
NON ABBOCCHIAMO ALL’AMO!!!
I danni alla sicurezza e alla salute di chi lavora sono insiti nel lavoro salariato, subalterno. La frode, i danni ambientali e sociali sono l’essenza del capitalismo. E’ quello il nemico e si può abbattere soltanto con l’unità di classe!
Non è una novità nemmeno in questo paese. Vedi precedenti qui
L’ha ribloggato su sergiofalcone.