Ho cercato di mettere per scritto tutte le brutture e le assurdità che il carcere mi ha lasciato addosso nei lunghi decenni in cui mi ha trattenuto.
Il tentativo è di rilanciare una forte critica del carcere e un’adeguata resistenza; aprire le menti alla sua abolizione, con una pratica adeguata.
Ho provato a ripercorrere quegli spazi devastati e quel tempo stagnante del carcere per raccontarlo. Ma anche quella profonda umanità e combattività della popolazione rinchiusa che, non volendo soccombere, pur nelle obbligate ristrettezze, ha elaborato strumenti di comunicazione e linguaggi per resistere all’annientamento e che, in alcuni periodi, le hanno fatto assumere, insieme alla classe operaia e ad altri settori sociali, il ruolo di soggetto della trasformazione rivoluzionaria della società.
Se sono riuscito nell’intento lo direte voi; se questo libro potrà essere un altro strumento di tutte e tutti per riconquistare una critica abolizionista al carcere, lo diranno i dibattiti che questo libro, spero, potrà sollecitare.
Qui potete trovare la scheda del libro e alcuni brani sul sito dell’editore:
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