Il Coisp [Sindacato corporativo della polizia, quello che ha organizzato una manifestazione a favore dei poliziotti condannati infastidendo e minacciando la madre di Federico, Patrizia Moretti, che si era battuta perché l’assassinio del figlio non venisse archiviato per “morte da malore”] non appena emesso dal Consiglio dei ministri il “decreto carceri” predisposto dal ministro Cancellieri, si scaglia contro il ministro,ma non per il contenuto del decreto, bensì perché non ha tirato fuori dal carcere (sei mesi di carcere; sei mesi per un ragazzo morto) due dei quattro poliziotti di Ferrara accusati di aver provocato la morte di Federico Aldovrandi
Ricordiamo la sentenza di condanna a carico di quegli uomini in divisa che la mattina di domenica 25 settembre 2005, hanno inferto a Federico (18 anni) una morte bastarda
e senza una ragione che non fosse la brutalità di chi nello squallore di una esistenza inutile cerca di affogare le sue frustrazioni e i suoi disagi sociali e umani.
Sentenza emessa il 6 luglio 2009 quattro poliziotti (Paolo Forlani, Luca Pollastri, Enzo Pontani, e Monica Segatto, questi ultimi due agli arresti domiciliari, gli altri due dopo qualche mese di carcere già godono di “permessi premio”) vengono condannati a 3 anni e 6 mesi di reclusione (3 anni indultati, sei mesi da scontare), per “eccesso colposo in omicidio colposo“. (sentenza confermata dalla Cassazione il 21 giugno 2012).
Ecco il comunicato del Coisp: (da: http://www.julienews.it, 28 giugno 2013)
«Certa ipocrisia non è davvero sopportabile. Se veramente si vogliono dare risposte di civiltà e di dignità al Paese, il Ministro Cancellieri ed assieme a lei molti altri ancora, dovrebbero cominciare dal ritrovare il rispetto per gli uomini e donne che vestendo l’uniforme spendono una vita intera al servizio dello Stato sacrificando tutto per quattro spiccioli che non consentono a loro ed alle rispettive famiglie neppure di arrivare a fine mese. E non possiamo che domandarci come possa il Ministro continuare a dormire sonni tranquilli sapendo che dei poliziotti dalle carriere illibate, che fino a poche settimane fa avrebbero dovuto stare a giusta ragione sotto la sua ala considerato il ruolo di Responsabile della Sicurezza Pubblica che lei ricopriva, sono rimasti in carcere tanti, troppi giorni ingiustamente, al di là di quello che la stessa legge prevede. E oggi, lo stesso Ministro si occupa di tirare fuori di galera chi deve scontare 6 anni di pena, mentre se ne è infischiata se 4 dei suoi Poliziotti ci sono stati sbattuti, per scontare una pena di solo 6 mesi, senza che ciò fosse giustificato e motivato. Questa è l’Italia che risponde solo alle regole imposte dal circo mass-mediatico! Questa è l’Italia che non si pone alcuna remora se deve dare addosso a 4 Poliziotti, al di là ed a prescindere dalla verità purché questo risponda bene alle esigenze pubblicitarie. Questa è l’Italia che ha scatenato la guerra santa contro il Coisp, reo di aver chiesto giustizia, al pari di tanti altri prima di noi che invece sono stati celebrati come eroi, ma di averla chiesta per le persone sbagliate: i poliziotti!”. […] e soprattutto, aggiungiamo noi, non si comprende come si sia giunti ad una prognosi di pericolosità nei confronti di un uomo che è e resta un poliziotto italiano e che non a caso è stato accusato e condannato per un reato colposo, colposo, non voluto né cercato».
« […] i cittadini ci hanno espresso grande comprensione e vicinanza in questa ed in altre vicende tristi e complicate. I cittadini hanno continuato e continuano a credere in noi, e oggi continuano a ragionarci su ed a chiedersi perché chi ha fatto loro del male volontariamente debba poter tornare a casa a scontare la propria condanna in poltrona, mentre dei poliziotti che non hanno assolutamente voluto la morte di un ragazzo, sono dovuti rimanere in cella, in isolamento, perché la loro vita è stata a serio rischio in carcere, proprio come lo è fuori».
Ah …le ipocrisie di questi del Coisp, che dicono che dei bravi macellai non volevano la morte di un ragazzo, dopo averlo massacrato. A mio modesto avviso, non li avrei messi in carcere, ma tre giorni a disposizione dei parenti e amici di Federico. Una sana cura rieduativa. Eh, lo so che ricorda un’ordalia, ma la rabbia è sempre tanta.