Aprile 1970 e 1971, carcere San Vittore

Milano, carcere di San Vittore, aprile 1970
SanVitt-1…In questo clima, due dei sei raggi di San Vittore si ribellano in seguito al criminale episodio del 21 luglio in cui vengono lasciati morire bruciati tre detenuti. Ecco quello che dice un detenuto in una sua lettera clandestina, scritta il giorno dopo: “… la nostra cellula è andata distrutta, è successo l’inferno qui […] è cominciata la caccia e allora i detenuti venivano presi uno per volta e accompagnati a colpi di cinghie, bastoni, catene, calci, pugni e che altro dirti? Ti dico che sentivamo gli urli, per darti un’idea dovresti andare al macello dove sgozzano i maiali! Mi dicono che Braschi sia stato portato via di peso dai poliziotti ed è stato visto piangente e malconcio. Così pure Angelo. Lottare in queste condizioni è terribile, dillo ai compagni […] avverti gli avvocati politici per i compagni trasferiti […]. C’è stata una sola cosa positiva, il canto di “Bandiera Rossa”, cantato da tutti al completo. La radio borghese ha detto che “… la fatica e i segni della lotta si vedono sui volti e sulle divise degli agenti!” No: sulle ossa di quei disgraziati che sono nelle condizioni che immagini, alle celle […] l’oriente è rosso, ma qui è sempre più nero!

Milano, carcere di San Vittore aprile 1971.

Domenica 18 – lunedì 19 c’è stato qui a San Vittore lo sciopero della fame di tutti i detenuti san-vittore(compresa l’infermeria) per il nuovo codice, e – fatto ancor più notevole – l’astensione dal lavoro compatta (che invece l’anno scorso era morta sul nascere per l’intervento del comandante minacciante sanzioni e denunce): il fatto è notevole perché il lavoro è uno strumento di ricatto, di privilegio (quindi di divisione) e viene retribuito con dieci-quindicimila lire al mese!

Perciò vincendo il ricatto (sanzioni, perdita del posto) nello stesso tempo si mettono in allarme le autorità (se veramente si arrivasse ad un rifiuto generalizzato del lavoro si dovrebbe pagare un personale normale con salari normali!).    Le guardie poi – costrette a sostituire nei servizi interni i detenuti scioperanti – invece di prendersela coi detenuti come normale, hanno fatto casino anche loro e dieci sono stati trasferiti in carceri lontane (come Favignana, eccetera).

Il documento dello sciopero è stato consegnato all’onorevole Bucalossi presidente della commissione giustizia e recava le firme di circa settecento detenuti. Nei giorni dello sciopero le bocche di lupo erano coperte di striscioni e tatzebao ricavati da lenzuola e federe. Il direttore – per impedire uno sbocco violento – aveva tentato di gestire lui la protesta con un demagogico e paternalistico intervento e spalleggiato dai ruffiani aveva cercato di far passare un documento supplichevole e innocuo, facendosi lui garante dell’intervento presso le “autorità competenti” (risultato: un articoletto invisibile sul “Corriere”).     Ma i detenuti non hanno accettato la manovra, hanno discusso e firmato il documento “politico” che – nonostante il boicottaggio – è stato consegnato direttamente al Bucalossi ed ha riempito la terza pagina dell’“Avanti!” di oggi!
Qui dentro forme nuove di protesta vengono immediatamente recepite e trovano rispondenza; dopo Jan Palach – ad esempio – si segnalavano frequenti casi analoghi in molte carceri: ma l’autolesionismo è ormai superato per nuove forme collettive e politicizzate.

dal:  Documento dello sciopero della fame dei detenuti di San Vittore
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Una risposta a Aprile 1970 e 1971, carcere San Vittore

  1. gianni ha detto:

    Ricordi, memoria storica-politica di alcuni, molti di noi, riguardante quegli anni. Sarebbe interessante sapere per quali Ditte lavorano oggi i detenuti, anche se oggi con molta probabilità le Ditte si sono organizzate nel trasferire il lavoro in Romania, Albania e persino in Cina ed India nel silenzio totale (fatta eccezione per la Gabbanelli) della stampa cosidetta di sinistra. Ricordo che negli anni settanta-ottanta diversi negozi della Luisa Spagnoli che faceva confezionare i vestiti per poche lire nei vari carceri attrezzati allo scopo a spese dei cittadini, I suoi negozi vennero attaccati con benzina ed esplosivo da “individui esaltati”, “professionisti della violenza”, “pagati dai padroni”, “provocatori che niente hanno a che fare con gli sfruttati”!! Eh compagnucci di merda, complici degli assassini stalinisti nei vari Gulag? Napolitano plaudì all’invasione dell’Ungheria con i carriarmati Russi che sparavano sugli operai ed in Italia, anche negli anni settanta, se volevi andare per turismo in Russia divevi fissare l’itinerario prima di partire anche se eri un quadro di partito!! Togliatti, Occhetto, Ingrao e compagnia di merda siete stati complici di quei cosidetti comunisti che portarono Ian Palach a darsi fuoco per disperazione esistenziale ed economica come oggi in Italia si danno fuoco tanti “disgraziati” che non ce la fanno a mantenere la famiglia.; come vogliamo chiamarli questi padroni e catto-comunisti italiani di oggi? padroni e burocrati ottimamente stipendiati da tutti noi? assassini conniventi col sistema e con la mafia? sepolcri inbiancati indifferenti in pratica di fronte al disfacimento di tutte le società capitaliste e post comuniste che controllano l’economia mondiale a spese Nostre. E’ uno sfogo il mio perchè non ne posso più di sopportare questa realtà, ma non ci sperino che mi dia fuoco! è più facile che colpisca il sistema ed i “sistemati” se si presenterà l’occasione. Gianni Landi

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