La stupidità dei razzisti non ha limiti

Che i razzisti appartengano alla schiatta degli scarsamente intelligenti, impastati di ignoranza strutturale è cosa risaputa. Eppure ogni volta si sforzano di ricordarcelo. Ci pongono, sotto i nostri occhi, ormai disattenti, il loro incremento di stupidità, anche ideologica, senza sforzarsi di trovare affinità.

Molti di questi faziosi cretini hanno coltivato l’illusione di aver trovato nelle legioni dell’impero romano i loro campioni, i loro guerrieri vincenti, quei guerreggianti che hanno imposto la latinità e sottomesso, col ferro e col fuoco, le altre popolazioni di quest’area del mondo: Europa, medio Oriente e nord Africa.

Nessuno ha mai spiegato loro, né hanno avuto il piacere di sfogliare un libro in cui si racconta che tra i più grandi imperatori romani si segnala un certo Settimio Severo, non proprio alto e biondo, né di carnagione chiara come i gli scadenti film di Hollywood hanno spesso mostrato.

Settimio Severo, imperatore romano dal 193 d.C. fino alla sua morte (211) era nato a Leptis Magna sulla costa mediterranea della attuale Libia. A quei tempi non era avvenuta la colonizzazione araba e, nel nord Africa, convivevano popolazioni berbere, nubiane e puniche e Settimio era di carnagione molto scura, era un africano, un “neger” come i cretini blaterano. Le sue autentiche sembianze si possono osservare nel “Tondo Severiano”, conservato a Berlino, dove Settimio è rappresentato con la moglie Giulia Domna e assieme ai figli Caracalla e Geta (il cui volto è stato abraso in virtù della damnatio memoriae voluta dal fratello), vedrete il colorito della pelle dell’imperatore più scuro di come gli stolti immaginano un imperatore romano.

È stato un grande imperatore sul piano militare, le campagne in Britannia e contro i Parti le trovate scolpite sull’Arco di Trionfo, ma anche un grande politico: tolse il divieto ai soldati di sposarsi mentre erano in attività e altre grandi innovazioni istituzionali nel rapporto tra Senato e imperatore, che sviliva il ruolo del Senato realizzando la prima forma di autocrazia. La dinastia che ha preso origine da lui, ha visto importanti imperatori meticci, come Caracalla, che fece costruire l’enorme impianto di terme che porta il suo nome e che promulgò la Constitutio Antoniniana che concedeva la cittadinanza a tutti gli abitanti dell’Impero di condizione libera, una legge più avanzata dello jus soli, un provvedimento che i citrulli razzisti e i loro capi che siedono in parlamento non capiranno mai. Una estensione della cittadinanza che fu una spinta importante all’uniformazione delle amministrazioni cittadine dell’impero romano.

Ovviamente non solo africani, tra gli imperatori romani ve ne sono di provenienza dall’Illiria, dalla Dalmazia, dalla penisola iberica, dalla Germania, dal Medio Oriente e dalla Siria, insomma da tutti i punti della terra da dove potevano giungere persone capaci di portare avanti il progetto imperiale. Il colore della pelle, come la provenienza, l’etnia o la religione non contavano nulla.

Sono tante le critiche da rivolgere all’impero romano, secondo me, e qui non il caso di enumerarle, ma non erano certo razzisti, non avrebbero potuto esserlo dovendo tenere in piedi un impero di oltre sei milioni di chilometri quadrati.

L’impero romano, come ogni costruzione umana che ha avuto o ha una certa rilevanza è stata frutto di migrazioni e ancora migrazioni, nomadismi e spostamenti e ancora accoppiamenti incrociati e meticciato.

E allora stupidi razzisti, oltre l’imbecillità, cosa vi tiene in piedi?

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