Governo: niente riforma del carcere!

Il consiglio dei ministri di ieri, 22 febbraio, ha di fatto detto NO alla riforma dell’Ordinamento Penitenziario (O.P.), rinviando a data da definirsi, ossia a dopo le elezioni, il decreto delegato più consistente, quello che affronta i meccanismi di esecuzione della pena. In particolare quel decreto dava maggiori possibilità e snelliva i meccanismi per il passaggio dalla carcerazione intramuraria, ossia in carcere, alle misure alternative, quelle che si svolgono fuori dal carcere. Questo decreto aveva già compiuto un passaggio nelle commissioni giustizia di Camera e Senato e avrebbe richiesto solo 10 giorni di tempo per la definitiva attuazione.

I tre decreti delegati che il governo ha licenziato preliminarmente, licenziati non approvati, sono decreti generici di cui si conosce ben poco (giustizia riparativa, carcere minorile, lavoro e volontariato dei condannati) e che devono ricevere ancora il parere delle Commissioni giustizia di Camera e Senato (che hanno 45 giorni per esprimere i pareri), per poi tornare al consiglio dei ministri, quindi avranno tempi lunghissimi e inoltre incontreranno commissioni parlamentari e governi di composizione diversa a seguito delle elezioni del 4 marzo.

C’è da dire che il decreto di riforma dell’O.P. riformava la legge 354 del 26 luglio 1975, quindi molto vecchia e che fu anche quella una “riforma mancata” in quanto nei ripetuti passaggi tra Camera e Senato fu molto peggiorata al punto che fu quella legge a prevedere i “regimi di reclusione speciali” , le “carceri speciali”, l’articolo 90 (diventato poi il 41bis), e le sorveglianze particolari, 4bis, ecc. Ossia sistemi di carcerazione nei quali vengono eliminati alcuni o tutti gli spazi e i diritti delle persone incarcerate.  Ricordiamo inoltre che da quella “riforma mancata” nelle carceri italiane si è impennata la quantità di persone che si tolgono la vita: i suicidi sono quintuplicati!

Il carcere continua a essere un luogo di sofferenza e devastazione per le persone rinchiuse, di distruzione dell’identità e personalità e dimostra di essere non riformabile. Questa la conclusione amara.

Ancora una prova che la strada per un cambiamento sostanziale del sistema carcerario non può avvenire per via parlamentare. C’è da riprendere con determinazioni le proteste e l’organizzazione interna per una battaglia seria, che impegni tutta la società, per l’abolizione del carcere.

Il carcere va abolito!

Per approfondire si può ascoltare la trasmissione “La Conta” su RadiOndaRossa di mercoledì 21  febbraio in cui si parla diffusamente di questa mancata riforma (prima ancora che il governo decidesse per il NO). Ascolta qui

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4 risposte a Governo: niente riforma del carcere!

  1. Gianni Landi ha detto:

    Carissimo Salvatore, continuo a seguirti soffrendo e condividendo la difficoltà di convivere la realtà italiana nel “particolare e nel generale”. Abbiamo capito da molti anni la realtà e cercando di individuare i punti deboli del “sistema”. Abbiamo tentato , prima con le “buone” ed in seguito con le “cattive”, di farci sentire dalla classe degli oppressi e sollecitando una loro partecipazione e presa di coscienza, ma sono stati sordi alle nostre “sollecitazioni”. La strada parlamentare è truffa e la LIBERTA è quella che ci prendiamo, non quella poca che talvolta ci viene elargita, sia dentro i carceri che fuori. Sono parole scontate le mie e vecchie come il cucco, ma non ci rimane altro che continuare nella strada intrapresa tanti anni or sono, stando dalla parte dei pochi, anzi e purtroppo rari,, Gruppi di intervento come quelli dei No Tav, di quelli che sono senza casa e che la occupano, degli esodati, cassa integrati, disoccupati, degli immigrati in schiavitù rinchiusi nei Centri di accoglienza, smascherando l’ipocrisia della “bella parola” ed il razzismo anticamera del fascismo. Penso che occorra ricominciare da dove eravamo partiti “resistendo” alle lusinghe parlamentari senza impantanarci in elucubrazioni cervellotiche pseudo filosofiche che ci dividono ; lasciamo queste a coloro che non hanno assaggiato il “morso del lupo”.
    Ti abbraccio forte e ti sono molto vicino con affetto. Gianni

  2. contromaelstrom ha detto:

    Grazie Gianni, concordo in pieno sulla tua valutazione della realtà attuale. Sappiamo quanto è dificile oggi fare passi avanti, anche soltanto nella presa di coscienza di essere classe sfruttataa e quindi ribelle,antagonista e rivoluzionaria. Ma certo la storia non è finita e la ripresa del conflitto, aspro e senza infingimenti né tranelli, non tarderà. E’ importante acere al fianco compagni come te, Gianni, che non hanno abbandonato il percorso scabroso della rivoluzione. Noi continuiamo come prima! Un abbraccio, Salvatore

  3. Gianni Landi ha detto:

    “Bell’incontro, Gianni ! “, mi dicesti dopo che ci fummo conosciuti. Condivisi questa tua impressione e mi fece molto piacere. Molte volte non occorrono tante parole, tante analisi erudite sul “dopo”. “Il senno del poi è il patrimonio dei bischeri “, si dice a Firenze, e soltanto quelli che hanno vissuto da compagni quegli anni difficili possono capire scelte positive ed errori dettati da un contesto che violentava i nostri sentimenti migliori. Le Rivolte, vissute come “Rivoluzione permanente”, per raggiungere una società comunista “senza galere” sono il percorso da incoraggiare, con determinazione, pazienza, esperienza, senza tentennamenti, essendo coscienti e consapevoli che “assassini , forse, ma dalla parte della ragione”, come disse Eliseo Reclus a Kropotkin che tentennava.. Ti abbraccio forte e Sempre avanti. Tuo affezionato, Gianni

  4. Gianni Landi ha detto:

    Fammi sapere telefonicamente quando verrai a Firenze, ma non mandare “messaggini” perchè non li leggo 🙂 ! 055 8497105 oppure 331 5397791 Mi/ti auguro che la salute fisica sia sotto controllo. Spero, a presto Un abbraccio Gianni.
    P.S: la posta elettronica non la leggo perchè è satura di pubblicità ! sono a circa 6.000 Mail 🙂 !

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