In Tribunale due ammazzati dalla psichiatria
Nell’agosto 2009 Francesco Mastrogiovanni, maestro elementare veniva rinchiuso nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Vallo della Lucania. Legato e abbandonato per 80 ore, Francesco veniva fatto morire. Ieri la Corte d’Appello di SALERNO ha confermato le condanne per i sei medici del reparto di psichiatria dell’ospedale di Vallo della Lucania coinvolti nella morte di Francesco. Le pene sono state ridotte, mentre sono stati condannati gli 11 infermieri che in primo grado erano stati assolti. I medici sono stati condannati a pene che vanno dai 13 mesi ai due anni, gli infermieri dai 14 mesi ai 15 mesi. Per tutti la pena è sospesa.
Su Mastrogiovanni vedi anche qui e qui
Andrea Soldi un uomo di 45 anni è morto strozzato il 5 agosto a Torino. Soprannominato dai vicini di casa «il gigante buono», durante un Tso (trattamento Sanitario Obbligatorio) è stato soffocato dal braccio di un vigile che lo ha stretto al collo con troppa forza, tanto da provocare un «violenta asfissia da compressione». E’ questo l’esito della consulenza autoptica depositata dal medico legale Valter Declame al procuratore Raffaele Guariniello. Il gup Elena Rocci ha accolto la richiesta avanzata dai legali della famiglia di citare in giudizio il Comune di Torino e l’Asl To2, che nella prossima udienza, fissata il 19 gennaio, attraverso i loro avvocati difensori, potranno quindi costituirsi in giudizio.
È stata invece respinta dal tribunale la richiesta di due associazioni di costituirsi parte civile nel processo. Le associazioni che volevano inserirsi nel procedimento erano il Ccdu-Comitato cittadini per i diritti dell’Uomo e il Comitato iniziativa psichiatrica di Messina.
Sentenza d’appello per la morte di Francesco Mastrogiovanni, avvenuta durante un TSO – Oggi è un giorno amaro. Le condanne ci sono state per tutti gli imputati (diminuite ai medici) ma la pena è sospesa ed è stata revocata l’interdizione dai pubblici uffici. Gli imputati, ritenuti colpevoli, non sconteranno nessuna pena e potranno di nuovo operare come prima. Non m’interessa che le persone finiscano in carcere, ma è assurdo che possano continuare nel loro lavoro. Nuvole ancor più nere si prevedono. Se anche con le prove delle telecamere gli esiti sono questi, cosa ci si può aspettare quando non ci sono? La sentenza dà ancor più campo libero e più carta bianca alla psichiatria. E rende inutili i tentativi (per altro andati a vuoto) del chiedere di installare le telecamere nei reparti di psichiatria, tanto anche se ci sono le oggettive riprese di queste, ciò che la “psichiatria” saprà, è che ne uscirà ugualmente indenne, la “psichiatria” capirà che può fare quello che vuole anche sotto gli occhi delle telecamere. Cosa ci vorrebbe allora per vedere qualcuno interdetto e radiato per sempre? Natale Adornetto
Ci vorrebbe “una sentenza esemplare” da parte di amici, familiari e compagni.! con le “buone” ed il rispetto delle Sentenze, non si ottiene nulla.