Lo scorso anno il compagno, il fratello “Picchio” ci ha lasciati
Erano gli ultimi giorni di agosto anche lo scorso anno. Quei giorni in cui si accorciano le giornate e il caldo afoso comincia a diminuire. Lo scoso anno, non quest’estate che in molte regioni di Italia di caldo ne ha regalato ben poco.
Erano i giorni del rientro dalle vacanze, per chi le poteva ancora fare, sempre più corte, in località sempre più vicine e sempre più spesso in non-costose e assai economiche case di conoscenti.
In quei giorni è arrivata la brutta notizia della morte di “Picchio”. Non proprio inaspettata, sapevamo della brutta malattia che lo aveva colpito, la Sla (Sclerosi Laterale Amiotrofica) lo aveva ridotto a una non-vita: non poteva parlare, né mangiare, né muoversi, non riuscivamo più a comuicare con lui, né lui con noi.
Carlo Picchiura, “Picchio” se ne è andato, ma non si è spento il ricordo della sua vita, delle sue passioni, della sua militanza.
ciao Picchio
Questa fotografia è stata scattata dai familiari di Picchio quando, dopo oltre due decenni di galera, ha riconquistato la libertà ed è corso ad incontrare le sue amate “rocce”
Questa la poesia che il compagno Sante Notarnicola gli ha dedicato:
Una storia
L’ingiustizia gli sembrò
talmente palese che decise
di non rispondere ai giudici.
Dopo una condanna fece di più:
interruppe ogni comunicazione.
Fu liberato tanti anni dopo…
Con fatica si avviò verso la roccia,
quella che soltanto lui conosceva,
e che stava nel punto preciso
dove nasceva il vento.
Nella valle, a tutt’oggi,
Si racconta di quell’ostinato
mutismo, del profilo possibile
di quella roccia, di quella pena,
di quel volto, di quel vento…
il tuo amico Sante
Qui sotto le parole con cui ho salutato, lo scorso anno, su questo blog, il fratello, il compagno Picchio:
https://contromaelstrom.com/2013/08/26/carlo-picchiura-picchio-ci-ha-lasciato/
Ciao compagno “Picchio”!
L’ha ribloggato su LA STORIA PERDUTAe ha commentato:
“Chi era Carlo? Voi non lo sapete! Non lo sapete perché non sapete nulla di noi. Per voi travet dell’ordine esistente non era un “ideologo” e non gli avete dedicato nemmeno una riga in cronaca. Bravi! Ma voi che ne sapete di noi? Voi uomini e donne accondiscendenti ad ogni desiderio del potere e dei grandi media non lo potete sapere perché non avete voluto sapere nulla, di chi vi ha messo in discussione e, forse, vi ha messo anche una grande paura. Non lo sapete perché non avete voluto conoscere la nostra storia né i nostri percorsi politici e umani. Men che meno avete voluto conoscere i motivi del perché parti grandi o piccole di quelle generazioni vi si sono rivoltate contro per spazzare via il vostro sistema di sfruttamento e anche la vostra boria e le vostre malversazioni. Vi siete inventati schemi organizzativi, cattivi maestri, ideologie, leader e “comandanti”. Vi siete inventati tutto perché avevate e avete paura di guardarci da vicino, di guardarci negli occhi.
Ci avete giudicato secondo il codice penale per seppellirci sotto secoli, millenni di galera sperando che di noi non restasse nemmeno il ricordo. Noi, quelle donne e quegli uomini che avevano urlato che bisognava cambiare tutto e avevano cominciato a farlo! Poi, anche se abbiamo sbagliato molto o poco, il grido si è dimostrato puntuale e la realtà di oggi e di domani lo sbatte in faccia a tutti.”
Salvatore Ricciardi
Ciao Salvatore, ho riletto le parole con le quali, l’anno scorso,hai ricordato il compagno picchio…un misto di sentimenti…
Spero che si riesca a fare “qualche cosa” per i /le compagn* che escono dai carceri, o che sono in esilio, o che hanno altri problemi…qualunque cosa
un forte abbraccio
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