Il 17 gennaio scorso un ragazzo si è suicidato nel carcere di Parma.
Uno dei tanti. Uno dei 60 suicidi e degli oltre 200 morti l’anno in carcere.
Una morte che ormai non trova nemmeno due righe in cronaca nei giornali locali.
Una morte che ci lascia pressocché indifferenti… “si è tolto la vita un disperato”, “non ce l’ha fatta a reggere la galera”, “una vita sbagliata”… sono questi i commenti più diffusi.
Nessuno e nessuna si chiede se questi morti non siano le vittime della guerra di classe sempre più aspra sotto la feroce offensiva capitalista, che solo in due giorni ci ha offerto oltre duecento assassinati nelle miniere turche che il liberista Erdogan ha consapevolmente assassinato privatizzando le miniere e altrettante donne uomini e bambini assassinati nel mare dalla guerra all’immigrazione condotta dagli stati e dai governi europei…
Ciao Giampy (Lupin)… te ne sei andato, come tanti, troppi, senza chiedere permesso a nessuno. Senza compilare la consueta “domandina”.
In carcere solo due cose puoi fare senza dover compilare la “domandina”: l’evasione o il suicidio. Avremmo preferito che tu avessi scelto l’evasione, ma rispettiamo la tua scelta.
Il nostro impegno, per te e per la tua compagna, per tuo figlio e per tutte e tutti quelli sottoposti alla barbarie della repressione è continuare la lotta per abolire la galera e il sistema che la produce.
Buona liberazione!
Quando ho letto che si parlava di Parma, ho avuto un sobbalzo: conosco bene questa struttura, perché anche mio marito ci ha passato un anno,due scioperi della fame e uno della sete, rimanendo in isolamento, per protesta.
E’ il peggiore di tutti quelli che ho conosciuto. E’ illegalità allo stato puro. In questa struttura è difficile capire se i delinquenti sono quelli che stanno nelle celle, o quelli che le sorvegliano.
……….infatti Valeria , lo sai cosa dicono i detenuti alle guardie carcerarie ? ” Io esco ma te, ” superiore “, hai l’ergastolo !!!!” 😉 Ciao bella , anche le esperienze negative ci rendono sempre più forti e determinati . Gianni