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Ferragosto in carcere: si suicida un ragazzo dopo un feroce pestaggio delle guardie
La protesta, attuata con una “fermata all’aria“, è stata compiuta Venerdi 16 dopo che nelle sezioni era giunta la notizia della morte di Aziz Bouadili impiccatosi con i lacci delle scarpe il giorno prima, il giorno di ferragosto verso le 20.
Questa voce è stata pubblicata in Carcere e contrassegnata con Aziz Bouadili, carcerato, carcere, Due Palazzi, fermata all'aria, ferragosto in carcere, Padova, pestaggi in carcere, secondini, sovraffollamento, suicidio in carcere. Contrassegna il permalink.
Sarebbe interessante sapere di che “buzzo” è la P.M. e se possibile mettere un perito di parte alla autopsia come facemmo con Franco Serantini e tirare delle “conclusioni” Gianni
Di sicuro gli Agenti, non sono impazziti. Se hanno menato, anche se non si dovrebbe, avranno avuto i loro motivi.
Se gli agenti “hanno menato” sono dei delinquenti.
Ognuno può esprimere la sua opinione in base alla sua esperienza: io penso che il comportamento delle guardie carcerarie corrisponde ai propri sentimenti ed alla realtà esterna al carcere in un determinato periodo. Fino al febbraio 1979 al Mastio di Volterra od alle Murate di Firenze, come nelle caserme dei carabinieri, gli “operatori” cercavano una giustificazione alla loro presenza nella istituzione od una “raccomandazione” presso le Organizzazioni armate alle quali presupponevano appartenessi!! Nel 1980, iniziò il “riflusso” operativo delle sopracitate Organizzazioni, ed almeno a Volterra arrivò una “squadretta di sardi” che menavano al primo “sospiro” !!! Questa è la mia esperienza ed ognuno tragga le sue conclusioni. Aggiungo: ho avuto modo di conoscere un ex agente penitenziario che dopo quattro anni di vita carceraria ed uno di manicomio giudiziario, ha dato le dimissioni perchè quel pane guadagnato era avvelenato. Concludendo: il carcere, come la vita sui posti di lavoro, risente del “clima” esterno e se non c’è forza “contrattuale” le conseguenze le abbiamo sotto gli occhi. Gianni
invece se le prendono gli agenti è tutto a posto…..
Difatti i secondini o gli agenti di polizia penitenziaria non sono impazziti, si comportano secondo un metodo indegno e fascista, secondo il quale il detenuto deve stare in cella come fosse un pacco inerte. Se il detenuto rivendica i diritti o esprime esigenze deve essere messo a tacere con il manganello o lo psicofarmaco. Il carcere è un sistema infame che le guardie interpretano conseguentemente. Si dimettessero in blocco se non vogliono fare i cani da guardia!
ragazzi vi dico io la verità……..
questo ragazzo marocchino era x la seconda volta in carcere,e rischiava molti anni xkè trovato con grosso quantitativo di stupefacente ovviamente ai fini di spaccio!
quella sera era stato mandato in infermeria xkè era agitato,e quando l’agente lì in servizio domandò cosa avesse,spinse la guardia verso un muro facendogli fuoriuscire la spalla!
Dopo ciò venne lo stesso portato davanti al medico per risolvere il suo problema,e veniva riaccompagnato in cella dove dopo circa 30 minuti si impiccava!
il ragazzo marocchino non venne picchiato da nessuno(cosa che l’autopsia conferma),e poi i lacci non sono vietati in carcere!
parlo e conosco i fatti xkè conosco dottori ed educatori in quell’istituto……
e poi gli agenti che lavorano li dentro,sono lì no perchè gli piace,xkè secondo me a nessuno piace farsi la galera x 1.200 euro al mese rischiando la salute e la propria incolumità,bisogna essere realisti e guardare tutte e due le facce della medaglia……
Caro Tonitrip, ognuno può pensarla come crede, ma non ti fa onore buttare fango su un ragazzo di 21 anni cui il sistema italiano dello sfruttamento e della repressione ha tolto la vita. Ha ragione “dottor ragioniere elettricista”, oggi lo spaccio è l’unico modo per interi settori sociali per sopravvivere. Ed è anche il modo con cui alle banche arriva denaro fresco. Il proibizionismo l’hanno inventato i banchieri e i mafiosi per far affluire denaro alle loro casseforti (la mafia americana, Luky Luciano e compagnia l’hanno dimostrato anche agli stupidi). Conosco il carcere per averlo frequentato “da dentro” per 30 anni e ti posso assicurare che posso immaginare come si sia svolta la storia. Le guardie non sono angioletti. Sono certamente l’ultimo gradino di un sistema di oppressione e annientamento, ma sono comunque interni a quel sistema… e ne sono consapevoli!
Aziz RIPOSA IN PACE!
Non meritava nemmeno la metà di quello che gli era successo. Ho studiato nella stessa scuola sua per tre anni e per tre anni l’ho sempre visto SORRIDENTE E VOLENTIEROSO DI IMPARARE. PARLAVA 3 LINGUE ED ERA UN RAGAZZO CAPACE CHE, COME TANTI, FINISCONO IN CARCERE PERCHE’ LO SPACCIO E L’UNICO MODO PER VIVERE A PADOVA.
Attendiamo ancora i risultati della autopsia di Aziz; comunque non ci sarebbe da meravigliarsi che fosse stato “trattato” con i manganelli, magari dopo una crisi di astinenza, perchè ricordo che quando ero alla sezione speciale delle Murate di Firenze, la cella accanto alla mia era adibita a trattamenti sanitari contro la rogna ed un giorno venne isolato, in detta cella un giovane tossicodipendente che in crisi di astinenza urlava notte e giorno: dei detenuti comuni con pesanti condanne chiamarono le guardie per chiedere loro di farlo zittire…fu prelevato e riportato poco dopo pestato da capo a piedi, ma…silenziato!!! La terapia aveva dato i suoi frutti. Gianni Landi