Un uomo in piedi nudo nella piazza del paese. Grida il suo credo. Occorre liberarsi dalla materia e diventare puri come spirito. Che accade? Secoli addietro forse avremmo avuto una risposta. Ci saremmo chiesti se l’uomo fosse ‘abitato’ da dio o dal demonio prima di agire. In una piazza diversa di un diverso paese forse ci saremmo seduti in cerchio cercando di ascoltarne le parole, decifrarne il responso, apprendere da lui. Qui ed ora non sappiamo pensare altro se non ‘sta male’ e ‘va curato’.
Ma di cosa ‘soffre’ quest’uomo? Forse del gelo di questo giorno d’autunno (che non può non sentire)? Eppure grida di essere pieno di gioia, che il momento è arrivato, libero e pronto a spiccare il volo. Qualcuno suggerisce che è ‘fuori di sé’ e che ‘non sa quello che fa’. Non è lui. Non può essere lui.
E noi? Sappiamo cosa stiamo facendo mentre telefoniamo ai medici e allertiamo i vigili urbani? Sappiamo cosa stanno facendo realmente quegli uomini che lo coprono e lo costringono a salire su un’autoambulanza? Tutto quello che riusciamo a vedere è un ricovero: una persona che viene condotta in un luogo in cui sarà aiutata a ritrovare il suo ‘equilibrio mentale’.
[…] Un ricovero, una ‘cura’ per guarire dalla malattia di essere quelli che si è. 
Noi sappiamo quello che facciamo. Lo sanno gli infermieri che lo immobilizzano al letto con le fasce. I medici che prescrivono le ‘cure’ del caso. Sanno di ritrovarsi di fronte un malato di mente affetto da ‘delirio mistico’ che va riportato alla ‘ragione’. Non avrebbero esitato a farlo anche con Buddha, Cristo, Giovanni Battista, Teresa d’Avila, così come hanno fatto con Van Gogh o Nietzsche, se li avessero potuti avere sotto osservazione.
Ma di cosa soffre quest’uomo? Soffre per le fasce che gli cingono i polsi? Soffre nel trovarsi rinchiuso? Dell’essere deriso e umiliato da tutti? Dell’essere inascoltato? No, dicono i suoi carcerieri, soffre della ‘malattia’ di essere inconsapevole di soffrire. E ‘malato’ perché dice di non esserlo. Noi (che sappiamo quello che diciamo) abbiamo chiaro che non si può essere felici a stare nudi in mezzo ad una piazza, che non si può volerlo, non è logico né accettabile. […]
Giuseppe Bucalo- da: LA MALATTIA MENTALE NON ESISTE
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