1) PERCHE’ LA LOTTA SUGLI AFFITTI
Mentre in tutta Italia gli operai cercano con la lotta di conquistare salari più alti, fuori dalla fabbrica le condizioni di vita dei lavoratori vanno peggiorando. Gli affitti aumentano continuamente, ci vuole sempre più tempo e più spese per recarsi al lavoro, si vive in città-dormitorio senza servizi. Malgrado il rafforzarsi delle lotte operaie i lavoratori, isolati e non organizzati fuori dalla fabbrica, non erano fino ad ora in grado di resistere allo strapotere dei padroni. Ma la lotta sugli affitti iniziata a Nichelino e che si sta sviluppando in molte città d’Italia dimostra che si sta aprendo una nuova fase della lotta: i lavoratori cominciano ad organizzarsi anche fuori della fabbrica per combattere ovunque i padroni, per difendere colla lotta nella città gli aumenti conquistati colle lotte salariali.
2) LA CONDIZIONE OPERAIA A NICHELINO
Nichelino è forse il luogo in cui è più evidente il meccanismo per cui l’operaio è sfruttato non solo dentro la fabbrica, ma anche fuori. La nostra città è solo un dormitorio: dei 15.000 lavoratori di Nichelino, solo 1700 lavorano sul posto. Tutti gli altri devono sobbarcarsi forti spese e perdere in media 2 ore al giorno per andare a lavorare a Torino, a Rivalta, a Carmagnola e altrove. E queste 2 ore sono ore spese per il padrone, ma che il padrone non paga: anzi, è l’operaio che deve pagare. I trasporti pubblici sono insufficienti: c’è una sola linea di filobus, ma certe zone di Nichelino distano anche 3 o 4 km dalla fermata più vicina. Per questo, molti lavoratori sono costretti a comprarsi l’automobile, magari facendo ore e ore di straordinario per poterla pagare: e sono altre centinaia di migliaia di lire che danno alla FIAT, ricomprando a prezzi altissimi il prodotto del proprio lavoro. Per questo alla FIAT conviene che la città rimanga così com’è, un dormitorio operaio senza trasporti. Ci sono a Nichelino soltanto 380 posti asilo per 6.000 bambini da 0 a 6 anni; alle scuole elementari bisogna fare i doppi turni. Non esiste un ospedale, né un ambulatorio INAM. Ma il problema più drammatico è quello dell’affitto, che ruba ai lavoratori, nella maggior parte dei casi, da un terzo alla metà del salario, malgrado che gli operai versino già ogni mese 1000-2000 lire di ritenute GESCAL per l’edilizia popolare. A questo si aggiungono 3000-4000 lire al mese di spese, del tutto ingiustificate e superiori alle spese reali. Anche coloro che hanno comprato la casa, devono adesso spendere fino alla metà del loro salario per pagare un mutuo da strozzini. L’affitto così alto è un furto: solo metà di esso serve infatti a coprire il costo di costruzione della casa. L’altra metà è rubata agli operai dalle speculazioni che i padroni hanno sempre fatto a danni dei lavoratori. Ma ora è giunto il momento di dire BASTA a questo stato di cose.
3) UNITI SI VINCE
I lavoratori a Nichelino come a Torino, a Milano, a Roma e in altre città hanno cominciato a rispondere ai soprusi dei padroni. Gli operai hanno compreso che come nella fabbrica, anche fuori non è il malcontento individuale, con la protesta isolata che si ottiene qualcosa; ed hanno cominciato ad organizzarsi per lottare uniti contro gli sfratti, contro gli aumenti per iniziare la lotta che dovrà portarci alla diminuzione dell’affitto. A Nichelino si sono già formati 16 comitati di inquilini, in 16 caseggiati diversi: parecchi di questi hanno già rifiutato l’aumento dell’affitto. Gli inquilini uniti nella lotta hanno già ottenuto in parecchi casi ciò che non avevano mai ottenuto con la protesta individuale. I padroni ormai hanno paura. Proprio ieri sera è stata convocata per la prima volta la commissione conciliatrice degli affitti di Nichelino. Inoltre l’amministrazione comunale ha deciso di svolgere un’inchiesta sulla situazione degli affitti. Questo è il segno che qualcosa comincia a muoversi. Ma se vogliamo vincere, la nostra lotta deve essere permanente non dobbiamo più permettere ai padroni di casa di sopraffarci uno per uno. Attraverso la lotta di oggi, costruiamo l’organizzazione permanente per difenderci in ogni momento dai padroni e per attaccare il loro potere colla lotta. Questa è la via da seguire.
CONTINUIAMO A FORMARE COMITATI DI INQUILINI IN OGNI CASEGGIATO, DISCUTIAMO E ORGANIZZIAMOCI NELLE FABBRICHE, FORMIAMO A NICHELINO UN COMITATO DI LOTTA PER FARE FRONTE UNITI AL POTERE DEI PADRONI.
Operai, studenti e Comitati di inquilini
12/6/69
Cicl. in proprio